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In una fredda mattina d’inverno, mentre il suo autista lo portava, come ogni giorno da trent’anni, alla ditta di import-export fondata da suo nonno, Norbert Monde ha deciso di scomparire. Anzi no: non c’è stato niente da decidere. «Probabilmente lo aveva sognato spesso, o ci aveva pensato così tanto che adesso aveva l’impressione di compiere gesti già compiuti»: farsi radere i baffi, scambiare il completo dal taglio elegante con un abito di seconda mano, andare alla Gare de Lyon, chiedere un biglietto per Marsiglia. Ma perché è accaduto proprio quel giorno? Forse perché era il suo compleanno; o forse perché, alzando gli occhi, ha visto «i comignoli rosa che si stagliavano sullo sfondo di un cielo azzurro pallido in cui fluttuava una minuscola nuvola bianca» – e gli è venuta voglia di vedere il mare. Quando finalmente se l’è trovato davanti, il signor Monde ha pianto. E quelle lacrime, che si portavano via «tutta la stanchezza accumulata in quarantotto anni», erano dolci, «perché ora la battaglia era finita», e lui era finalmente come uno di quei clochard che dormono sotto i ponti di Parigi, e che più di una volta gli era capitato di invidiare. Così, ha cominciato a vivere una esistenza del tutto nuova, in un mondo che gli era ignoto. Un giorno però gli apparirà dinanzi un fantasma della sua vita di prima: allora il signor Monde, che aveva portato in sé «la propria condizione di uomo come altri si portano addosso senza saperlo una malattia», riprenderà la sua identità e il suo ruolo, ma non sarà più la stessa persona. Perché da quel momento non avrà più ombre – e guarderà ogni cosa in modo diverso, con una sorta di «fredda serenità».
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Biblioteca Adelphi - 568: La fuga del signor Monde, Federica Di Lella, Georges Simenon, Maria Laura Vanorio
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- Pubblicato
- 2011
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- (In brossura),
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