Carlos Clavería Laguarda Libri

"«Signore e signori della corte... oddio, che ho detto? Della corte? Scusate, ho avuto un lapsus... Ricomincio.«Signore e signori del pubblico, permettete che mi presenti: sono Caino.«Forse non avete capito. Sono Caino.«Caino, il primo assassino della storia umana...«Mi meraviglio. Nei secoli scorsi, appena la gente sentiva il mio nome, mi copriva di insulti, di improperi e ora invece voi ve ne state tranquilli seduti al vostro posto...«In effetti, solo negli ultimi centocinquant’anni, ne avete visti di morti...«Vi siete fatti due guerre mondiali, una gran quantità di guerre locali, gli eccidi, gli stermini, i massacri, i genocidi, le pulizie etniche, le stragi, gli attentati, i femminicidi…». «Perché sono un contastorie. In fondo non sono mai stato altro. Nella tradizione ebraica, e in parte anche in quella musulmana, esistono una miriade di controstorie che ci raccontano un Caino molto diverso da quello della Bibbia. Su queste abbiamo lavorato». Andrea Camilleri offre una versione di Caino lontana da quella consueta. È forse un Caino inventore della scelta, che va oltre il pentimento prendendo consapevolezza che «senza il male il bene non esisterebbe». Come il precedente Conversazione su Tiresia anche questo monologo avrebbe dovuto essere interpretato da Camilleri a teatro. L’appuntamento era per il 15 luglio 2019 alle Terme di Caracalla. Ma il grande scrittore è uscito di scena troppo presto."--Rabat de la jaquette

Indossando i panni di Tiresia Camilleri, con la potenza del mito e la forza della sua narrazione, ricostruisce la storia del celebre indovino attraverso i secoli, protagonista letterario declinato in età antica e moderna da scrittori, poeti, filosofi, drammaturghi. E confermando l’incrollabile passione per il teatro, la formidabile cultura, ci regala un’opera unica e preziosa.

El miedo, la angustia, la desesperación y la rabia son las cuatro paredes de cristal entre las que la depresión, el mal oscuro y hondo de una modernidad superficial y solo aparentemente luminosa, encierra a quien cae en su cerco. Una vez en sus garras, todo hombre tiembla; algunos encuentran la lucidez para contarlo, como Andrea Pomella, quien mira a su enfermedad como si fuera un elemento extraño, un cuerpo ajeno con el que pretende familiarizarse porque en este intento de conocer lo incognoscible reside el sentido de todo, de la vida misma. Desde los abismos del alma del autor, emerge un libro tormentoso y salvífico al mismo tiempo: las reacciones del cuerpo a las agresiones de los fármacos, las sesiones con los psiquiatras, la relación con su pareja y su hijo obligados a convivir con los altibajos de la enfermedad, el retorno del antiguo fantasma del padre repudiado. Pero cuando todo parece hundirse en la oscuridad más total, de repente un centelleo, la perspectiva de una redención capaz de disipar las tinieblas. Leer este libro significa sumergirse en un mundo ajeno hasta sentirlo propio; significa recorrer, paso a paso, el camino desde una condición de dolor absoluto hasta un nuevo comienzo. Un camino vital, humano, pero también literario que se articula en una escritura, íntima, precisa y cortante como el filo de una navaja: la voz alta y firme del hombre que tiembla.