Emir Suljagić è un giornalista e scrittore bosniaco-erzegovese la cui opera risuona profondamente con i temi della guerra e della sopravvivenza. Le sue esperienze personali del genocidio di Srebrenica conferiscono alla sua scrittura un'urgenza cruda e autenticità. I testi di Suljagić approfondiscono le complessità della memoria umana, del trauma e della ricerca della verità nelle società post-conflitto. Il suo approccio analitico ma empatico incoraggia i lettori a riflettere sulla storia e sulle sue ripercussioni.
A poignant exploration of the Balkan war's impact, this book by Suljagiae amplifies the voices of victims, particularly those lost during the Srebrenica siege, offering a harrowing perspective on the tragedy and its aftermath.
In July 1995 more than 8,000 people were murdered in Srebrenica. It was the worst crime committed on European soil since World War II. Such a tragedy must not be forgotten: this much we owe to those innocent victims and to future generations. This book preserves the memory of that event, and the story it tells serves as a warning.
Das Buch bietet einen detaillierten Einblick in die Politik und Praxis der von den Serben betriebenen ethnischen Säuberung im früheren Jugoslawien. Der Autor zieht seine Erkenntnisse aus bislang unveröffentlichten Dokumenten.