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Nel grande bestiario dei dittatori del Novecento (Stalin, Mussolini, Pol Pot, Mao, Pinochet, Batista, Amin, Duvalier, Ceausescu, Saddam Hussein, Milosević... l'elenco non si conclude) Adolf Hitler occupa uno spazio privilegiato, quasi paradigmatico. Deve questo primato, più ancora che al numero delle sue vittime e all'entità del terrore che diffuse nel mondo, alla radicalità del suo furore aggressivo e all'assoluta chiarezza con cui sempre manifestò le sue teorie sul predominio dei forti e l'eliminazione dei deboli, individui o popoli che fossero. E al fascino ambiguo che riuscì a esercitare su un'intera epoca, al punto da rappresentare un'autentica incarnazione del Male. La biografia che qui si ripropone, accompagnata da un nuovo saggio introduttivo dell'autore, è un classico della storiografia contemporanea: pubblicata per la prima volta nel 1973, tradotta in decine di lingue, diffusa in milioni di copie in tutto il mondo, resta l'opera di riferimento per chi voglia cercare di capire il «fenomeno Hitler». Con grande lucidità, riordinando una vastissima mole di materiali, Joachim Fest affronta la vita del Grande Dittatore e scioglie i nodi essenziali delle ragioni psicologiche, storiche e politiche che accompagnarono la sua ascesa e il suo trionfo, fino agli ultimi, tragici anni, quando trascinò tutto il popolo tedesco nel suo delirio autodistruttivo.
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Hitler, Joachim Fest
- Lingua
- Pubblicato
- 1999
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