Hugo von Hofmannsthal Ordine dei libri
Hugo von Hofmannsthal fu uno scrittore austriaco rinomato drammaturgo, poeta e saggista. Le sue opere si addentrano frequentemente in complessi temi psicologici e questioni d'identità. Lo stile distintivo di Hofmannsthal, caratterizzato dalla sua musicalità e bellezza lirica, lasciò un segno indelebile nella letteratura di lingua tedesca. La sua capacità di scandagliare le profondità della psiche umana e la sua maestria nella forma lo rendono una figura significativa nella storia letteraria.







- 2019
- 2004
- 2003
Secondo Hofmannsthal, lo spazio culturale di un popolo o di una nazione si identifica con la lingua, ma lo spazio culturale europeo, a causa della sua composita struttura, va individuato nello spirito. E poiché lo spirito europeo si è forgiato nell'antichità greca e si è consolidato nel cristianesimo, è ad essi che bisogna ricorrere se si vuole rinsaldare l'identità dell'Europa. I saggi raccolti nel volume presentano un'idea di Europa 'cristiana' che per quasi tutto il Novecento è stata anacronistica, a causa dell'ideologizzazione e della secolarizzazione che hanno dominato il 'secolo breve'. Oggi però l'idea di Hofmannsthal può trovare adeguata attenzione, anche all'interno del dibattito sui fondamenti spirituali della Costituzione europea.
- 1996
Il libro degli amici
- 122pagine
- 5 ore di lettura
«Il Libro degli amici contiene serene parole di amore e simpatia che in certe circostanze vengono offerte a persone amate e stimate, solitamente al modo persiano con i margini arabescati d’oro». Il primo carattere di questo libro è dunque quello del dono rivolto a persone affini, e in quanto tale viene qui presentato come numero 100 della Biblioteca Adelphi. Ma, oltre che rivolto agli amici, questo libro è stato anche in certo modo scritto da amici. Mescolando suoi pensieri e riflessioni a quelli di autori celebri e antichi o anche assai meno noti e contemporanei, Hofmannsthal è riuscito a creare un singolare slittamento: prima ancora che se stessi, quei nomi indicano le voci che partecipano a una inesauribile conversazione. E anche dietro alla voce dell’autore sembrano celarsi quelle di molti altri, che grazie a lui parlano in incognito. Col gesto di un sovrano discreto e pressoché invisibile, Hofmannsthal si preoccupa qui di fissare uno spazio più che di riempirlo: prepara ai pensieri un paradiso, nel senso iranico di «giardino cintato». Così le riflessioni che allinea non hanno mai la solennità e l’autosufficienza delle massime, ma si intessono l’una all’altra come una molteplicità di voci che si rispondono. E il tutto assume un’autorità più inafferrabile, che accetta di abbandonarsi alla fuggevolezza della parola detta e perduta.
- 1993