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Hugo von Hofmannsthal

    1 febbraio 1874 – 15 luglio 1929

    Hugo von Hofmannsthal fu uno scrittore austriaco rinomato drammaturgo, poeta e saggista. Le sue opere si addentrano frequentemente in complessi temi psicologici e questioni d'identità. Lo stile distintivo di Hofmannsthal, caratterizzato dalla sua musicalità e bellezza lirica, lasciò un segno indelebile nella letteratura di lingua tedesca. La sua capacità di scandagliare le profondità della psiche umana e la sua maestria nella forma lo rendono una figura significativa nella storia letteraria.

    Hugo von Hofmannsthal
    Ariadne on Naxos: Opera in One Act With a Prelude by Hugo Von Hofmannsthal, Op. 60
    The poet and the countess
    Le parole non sono di questo mondo
    La rivoluzione conservatrice europea
    Le opere come spazio spirituale della nazione
    La fanciulla dagli occhi d'oro con altri due scritti su Balzac
    • 2003

      Secondo Hofmannsthal, lo spazio culturale di un popolo o di una nazione si identifica con la lingua, ma lo spazio culturale europeo, a causa della sua composita struttura, va individuato nello spirito. E poiché lo spirito europeo si è forgiato nell'antichità greca e si è consolidato nel cristianesimo, è ad essi che bisogna ricorrere se si vuole rinsaldare l'identità dell'Europa. I saggi raccolti nel volume presentano un'idea di Europa 'cristiana' che per quasi tutto il Novecento è stata anacronistica, a causa dell'ideologizzazione e della secolarizzazione che hanno dominato il 'secolo breve'. Oggi però l'idea di Hofmannsthal può trovare adeguata attenzione, anche all'interno del dibattito sui fondamenti spirituali della Costituzione europea.

      La rivoluzione conservatrice europea
    • 1996

      Il libro degli amici

      • 122pagine
      • 5 ore di lettura

      «Il Libro degli amici contiene serene parole di amore e simpatia che in certe circostanze vengono offerte a persone amate e stimate, solitamente al modo persiano con i margini arabescati d’oro». Il primo carattere di questo libro è dunque quello del dono rivolto a persone affini, e in quanto tale viene qui presentato come numero 100 della Biblioteca Adelphi. Ma, oltre che rivolto agli amici, questo libro è stato anche in certo modo scritto da amici. Mescolando suoi pensieri e riflessioni a quelli di autori celebri e antichi o anche assai meno noti e contemporanei, Hofmannsthal è riuscito a creare un singolare slittamento: prima ancora che se stessi, quei nomi indicano le voci che partecipano a una inesauribile conversazione. E anche dietro alla voce dell’autore sembrano celarsi quelle di molti altri, che grazie a lui parlano in incognito. Col gesto di un sovrano discreto e pressoché invisibile, Hofmannsthal si preoccupa qui di fissare uno spazio più che di riempirlo: prepara ai pensieri un paradiso, nel senso iranico di «giardino cintato». Così le riflessioni che allinea non hanno mai la solennità e l’autosufficienza delle massime, ma si intessono l’una all’altra come una molteplicità di voci che si rispondono. E il tutto assume un’autorità più inafferrabile, che accetta di abbandonarsi alla fuggevolezza della parola detta e perduta.

      Il libro degli amici