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Mathias Énard

    11 gennaio 1972

    Questo autore francese crea romanzi che spesso esplorano temi arabi, una passione accesa dai suoi studi universitari di arabo e persiano. Il suo stile distintivo è caratterizzato da una portata ambiziosa e da profonde immersioni nella psiche umana, impiegando frequentemente monologhi interiori fluidi. Il suo lavoro è celebrato per l'intreccio sapiente di riflessioni personali con contesti storici più ampi, creando narrazioni immersive che risuonano con i lettori.

    Mathias Énard
    Der perfekte Schuss
    The Annual Banquet of the Gravediggers' Guild
    Street of Thieves
    Compass
    Tell Them of Battles, Kings, and Elephants
    L'alcol e la nostalgia
    • 2017

      L'alcol e la nostalgia

      • 120pagine
      • 5 ore di lettura

      L’autore di Bussola , premio Goncourt nel 2015, ci offre un nuovo, struggente romanzo dove amore, letteratura, viaggio e amicizia si mescolano in una Russia che seduce e spaventa. Se Bussola era il libro dell’amore “impossibile” tra Oriente e Occidente, L’alcol e la nostalgia è il romanzo di un altro sofferto rapporto: quello tra Occidente e Russia. È la storia di un interminabile viaggio in treno verso la Siberia, intrapreso da Mathias per accompagnare alla sepoltura nel suo villaggio natale il grande amico Vladimir. Un’amicizia difficile, nata come rivalità per una donna, Jeanne, prima fidanzata di Mathias a Parigi poi innamoratasi di Vladimir a Mosca. Quando il giovane francese raggiunge la ragazza in Russia si crea un appassionato e autodistruttivo triangolo amoroso, un percorso sentimentale segnato dall’alcol, dal sesso, dalla poesia, dalla droga, dalla follia. Mathias racconta questo viaggio interminabile attraverso distese di ghiaccio e di neve, betulle, tundra, spettri di deportati in Siberia e di cosacchi dell’Armata a cavallo: «…da solo con i ricordi, l’alcol e la nostalgia, è tutto quello che rimane, come diceva Čechov il medico morto bevendo champagne, da solo con qualche frase, qualche verso, qualche ricordo; forse Jeanne aveva ragione, finirò per perdermi in capo al mondo, per scomparire nella notte siberiana e colare a picco nel Pacifico, ancora diecimila verste... Ti ricordi Vlado, quando Jeanne ci ha presentati ti chiamavo principe Andrej perché mi ricordavi Bolkonskij con quella tua aria insieme nobile e fragile, sicuro di te anche se vacillavi nella violenza e nella droga come un salice...».

      L'alcol e la nostalgia