Carlo Sgorlon Libri
Carlo Sgorlon è un autore profondamente radicato nel paesaggio friulano e nelle sue ricche tradizioni contadine. La sua opera, scritta sia in dialetto che in italiano, esplora il legame duraturo tra l'umanità e la terra. Le narrazioni di Sgorlon sono spesso infuse di folklore e saggezza tramandati attraverso le generazioni, riflettendo una profonda riverenza per la sua eredità. È una voce significativa nella letteratura italiana, in particolare per il suo impegno nel preservare e celebrare la cultura regionale attraverso il suo distintivo stile letterario.






Irrequieto e sognatore, Giuliano vorrebbe seguire le orme del nonno, emigrato dal Friuli fino in Danimarca. E nello stesso tempo vorrebbe vivere d'amore e d'avventura assieme a Flora. Ma c'è un unico luogo in tutto il mondo in cui Giuliano può trovare la pace e vivere in armonia con il mondo: Cretis, un piccolo villaggio nel cuore delle Alpi. Solo qui egli può conquistarsi il diritto di sedere sul grande, antico seggiolone di legno, come su un trono, per raccontare le sue fiabe meravigliose. Dall'adolescenza alla maturità, Carlo Sgorlon ripercorre la vita di Giuliano, sempre in bilico tra realtà e leggenda, tra la curiosità per il mondo e per il futuro e l'ansia di non perdere i valori del passato.
Questa è la storia dello zingaro Sindel, il calderaio. E' una storia che inizia all'alba della prima guerra mondiale in un villaggio slavo dove il bambino Sindel resta orfano dei genitori a causa di un avvelenamento da segale cornuta mescolata al grano. Casualmente il ragazzo ne scampa insieme al "nonno" Vissalòm, battirame girovago con il suo wurdon, il carrozzone. La peregrinante e per noi rivelatoria "educazione" di Sindel, in fuga col vecchio attraverso e oltre il Veneto (la guerra è da sempre estranea agli zingari), comprende anche l'ultimo conflitto e la dolorosa maturità del protagonista. Sgorlon sembra manipolare una materia stregata in cui l'incantamento, per virtù dei magistero espressivo, avvolge anche il lettore. Il romanziere friulano, in questa prova che riconferma la sua splendida autonomia narrativa, ci guida tra le quinte liturgiche di un popolo (i rom, i signori) del quale ignoriamo quasi tutto perché non tramanda una storia scritta: saltinibanchi e menestrelli, nati con la musica nel sangue, gli zingari ebbero forse una patria perduta in qualche parte dell'India. Ciò che preme a Sgorlon non è dare risposte a interrogativi antropologici, bensì costruire un epos la cui centralità rinserra la vicenda umana di Sindel, il quale caparbiamente impara a leggere e a scrivere perché utopicamente sogna di liberarsi dalla condanna al nomadismo. Sindel giovinetto sospetta che anche l'amore di una "stanziale" può aiutare la sua metamorfosi e Sgorlon ce lo ritrae in un delicato idillio con Tereza. Il "caldèras" vuole avere una casa, un amore, una famiglia, una sua storia nella quale radicarsi, ed è per questo che sì farà anche temerario partigiano. Ma in controluce la vicenda degli zingari e di Sindel diventa la metafora della condizione di tutti gli uomini, che non hanno un'origine né una meta, sulla terra vagabonda nello spazio. In Sgorlon l'inclinazione rapsodica verso vicende arcaiche e verso il Mito, è una costante; in questo nuovo romanzo non la smentisce: vi riaffiora il fascino di una pagina ancora una volta in mirabile equilibrio tra realtà e magia. Domenico Porzio
La tredicesima notte
- 271pagine
- 10 ore di lettura
Monterosso, improbabile paese del Friuli a ridosso delle montagne, è da sempreil luogo delle streghe, dei portenti, dei fatti strani. Qui nasce e cresce Veronica Castenetto, donna magica, dotata di poteri ipnotici, capace disentire voci strane, di avere chiaroveggenze, visioni di eventi remoti.Tuttavia la sua è la vita di una donna semplice, appassionata e gelosa.Attorno a lei si muovono i personaggi più diversi: nobili cavallereschi egeniali; donne raffinatissime e fuori dal tempo; ma anche interpreti dellanostra epoca aggressiva e tesa al successo. Sullo sfondo, intanto, individui e famiglie si dividono e si ricompongono, secondo gli strani giochi della scacchiera del fato. Un romanzo dal singolare intreccio e dall'eccezionale estro inventivo, che conferma ancora una volta la felicità e il fervore narrativo del grande scrittore friulano.
Il costruttore
- 325pagine
- 12 ore di lettura
Francesco Falconara, siciliano di Mascali, dopo l'università decide di abbandonare l'isola. Avvilito dalla sua condizione di figlio bastardo del nobile Gregorio Dayala che non si decide a sposare sua madre Assuntina, emigra in Friuli. Sono gli anni sessanta, pieno boom economico, e Francesco, giovane attivo e intraprendente, corona, sposando Giuditta, figlia di costruttori, la sua ascesa sociale e il suo sogno: dare a tutti una casa, radere al suolo il vecchio, edificare il moderno. Ma il successo non è fatto per durare: tradito dai figli, messo sotto accusa dal mutato clima di Tangentopoli, Francesco Falconara deve affrontare il crollo di un mondo, il tramonto di un'utopia, le nuove regole di un nuovo corso della storia.
Jacopo d'Artegna è un musicista geniale che prova sulla propria pelle, attraverso una serie di avventure felici e infelici, tutte le combinazioni che derivano dal rapporto tra pensiero, musica ed eros. Nella sua vita fortuna e sfortuna si inseguono incessantemente, come se una presenza demoniaca combattesse con una benefica forza riparatrice. Jacopo sperimenta la musica in mille forme, da quelle folkloriche a quelle attuali, dal rock alla grande sinfonia. Il suo desiderio è di rimanere sempre vicino alle origini popolari della musica, rinunciando a ogni intellettualismo, e rinunciando addirittura alla propria identità d'artista. Per questo fa circolare come anonime le sue creazioni. In realtà è la musica che lo incalza e lo circonda, esattamente come l'aria che respira. E la musica è in effetti aria, aria che vibra, incarnandosi però nel corpo di alcune straordinarie figure femminili. Sgorlon ha così riscritto, a modo suo, ambientandolo nei suoi luoghi, un nuovo Doctor Faustus , nel quale la musica è lo strumento di una nuova e antichissima conoscenza che passa insieme per i sensi e per la mente, ricomponendo l'unità del tormentato uomo moderno.



