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Roman Polański

    18 agosto 1933

    Roman Polański è un acclamato cineasta polacco-francese noto per la regia di drammi psicologici carichi di suspense e thriller oscuri. Le sue opere spesso approfondiscono le complessità della psiche umana ed esplorano un fascino per il male, caratterizzate da una meticolosa costruzione dell'atmosfera e della suspense. Possiede uno stile distintivo, che attira gli spettatori in narrazioni complesse con il suo approccio unico.

    Roman
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    Roman Polanski
    Horowitz e mio padre
    • Horowitz e mio padre

      • 144pagine
      • 6 ore di lettura

      Poco prima della Rivoluzione d'Ottobre Dimitri Radzanov e Vladimir Horowitz, compagni di studi al conservatorio di Kiev, si affrontano spesso in duelli al pianoforte. L'arrivo dei bolscevichi cambia le loro vite. Horowitz emigra negli Stati Uniti e diventa famoso; Radzanov fugge a Montrouge, dimentica il pianoforte, mette su famiglia, trova un lavoro in un'industria chimica e, la sera, complotta contro il comunismo. Quale, delle due vite, sarà coronata dal vero successo? Chi, dei due, è il vero genio della tastiera? L'eroica scelta di Dimitri per una vita semplice, discreta e modesta si svolge sotto lo sguardo affettuoso del figlio Ambroise e la feroce disapprovazione della madre. Sarà quest'ultima a risvegliare la giovanile rivalità tra i due pianisti per pungolare il figlio a sfruttare il suo innegabile virtuosismo. Sullo sfondo della grande Storia, si svolge il racconto tenero, struggente, mai malinconico, e a tratti ironico dell'immaginaria competizione tra l'oscuro Radzanov e l'acclamato Horowitz. Una sfida a distanza che dura una vita. Fino a quando Ambroise trova i soldi per accompagnare il padre a New York ad ascoltare un concerto di Horowitz alla Carnegie Hall. È il momento in cui tante domande troveranno una risposta... E la verità suonerà delicata e potente.

      Horowitz e mio padre
    • Roman

      • 496pagine
      • 18 ore di lettura

      « J’ai passé une grande partie de ma vie sur des montagnes russes, à négocier d’impossibles virages, à escalader les hauteurs – triomphes immenses, joies et plaisirs – avant de plonger, éperdument, vers des abîmes de tragédie et de douleur. Mais c’est bien ce périple insensé qui m’a conduit vers cet endroit inattendu : un présent de bien-être, et, oserais-je le dire, de bonheur. Voila pourquoi je ne regrette rien du chemin que j’ai parcouru. » « La vie de Roman Polanski est un scénario extraordinaire qu’il faudrait filmer », Bernard Pivot, Apostrophes.

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