Il pasto nudo
- 263pagine
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William S. Burroughs è stato una figura cardine della Beat Generation e un influente autore postmoderno, il cui lavoro è caratterizzato da acutezza politica e innovazione stilistica. I suoi romanzi, spesso tratti da esperienze personali con la tossicodipendenza e la vita in esilio, esplorano temi oscuri e sovvertono le norme sociali. Burroughs divenne noto per la sua sperimentazione radicale con tecniche letterarie, come il metodo del cut-up, e il suo sguardo satirico sulla società moderna gli è valso il riconoscimento come uno degli scrittori americani più importanti del XX secolo.




Sarà probabilmente una sorpresa per molti scoprire che William Burroughs, l'efferato cantore di saghe che si svolgono in terre di mutanti e in cui l'umanità è una sopravvivenza arcaica, ha anche scritto uno dei più delicati e percettivi libretti che conosciamo sui gatti – anzi, più precisamente, sul gatto come «compagno psichico». Gatti bianchi, gatti arancioni, gatti persiani; gatti amati, gatti di strada; gatti soprannaturali come piccoli dèi del focolare; creature con un che di felino, un che di umano e un che di «ancora inimmaginabile», frutto di unioni arcane e lontanissime che l'autore si sente chiamato a rievocare e a proteggere come un benefico Guardiano: sono questi i protagonisti a cui Burroughs dà la parola. La sua voce diventa piana, pur mantenendo una vibrazione inquietante. E l'affinità immediata fra l'autore e questi esseri appare palese, ancor più di quella con altri suoi personaggi. Le storie, le osservazioni, hanno una naturalezza carica di intensità, forse perché in queste pagine Burroughs ha nascosto «un'allegoria», visitando il suo passato come una «sciarada gattesca». Il gatto in noi è uscito per la prima volta a New York nel 1986 in un'edizione a tiratura limitata e poi, sempre a New York, nel 1992.