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Martin Heidegger

    26 settembre 1889 – 26 maggio 1976
    Martin Heidegger
    Lettere 1920 - 1963
    Eraclito
    Principi metafisici della logica
    Parmenide
    Contributi alla filosofia
    Nietzsche
    • Nietzsche

      • 973pagine
      • 35 ore di lettura

      Nuova edizione ampliata. «Come Nietzsche aveva riconosciuto in Wagner il suo unico antagonista esistente e con ciò gli aveva tributato il più grande onore, così Heidegger ha dedicato a Nietzsche il suo scritto più articolato che tratti di un pensatore moderno, anche se in questo caso cronicamente inattuale, dandogli il supremo onore di definirlo “l'ultimo metafisico dell'Occidente”. E come Nietzsche si distacca in tutto dagli oppositori di Wagner, così Heidegger non ha molto a che fare con tutte le generazioni di critici e biasimatori di Nietzsche – è molto di più, è l'unico che risponda a Nietzsche». - Roberto Calasso

      Nietzsche
    • Quest'opera dall'aura esoterica – stesa tra il 1936 e il 1938 sull'orlo di una drammatica crisi filosofica e personale, ma pubblicata solo nel 1989 – è il tentativo più organico e coerente compiuto da Heidegger per riorganizzare il suo pensiero dopo la cosiddetta «svolta». Prende dunque forma un universo speculativo nuovo e sorprendente rispetto a quello di Essere e tempo: entrano in scena l'interpretazione della metafisica come oblio dell'Essere, la diagnosi storico-epocale del nichilismo e della tecnica, il confronto con Nietzsche e con Hölderlin, la dottrina dell'"ultimo Dio» e di un «altro inizio» della storia. In realtà già alla fine del capolavoro del 1927 si profilava l'esigenza di rovesciare la teoria quasi trascendentale dell'esserci per considerare non solo il suo puro autoprogettarsi, ma anche l'immemoriale e insondabile provenienza della sua finitudine dalla storia dell'Essere. Con il pensiero della «svolta», cui quest'opera dà corpo, Heidegger teorizza la coappartenenza di Essere ed esserci in quell'«evento-appropriazione», l'Ereignis, con cui l'Essere si affida all'esserci in un'alternanza di donazioni e sottrazioni, concessioni e rifiuti, manifestazioni e occultamenti, che ritmano le «epoche» della storia.

      Contributi alla filosofia
    • In questo corso universitario, tenuto a Friburgo nel semestre invernale 1942/1943, il nome di Parmenide sta per tutto ciò che esso rappresenta: il pensiero aurorale dei greci quale inizio e fondamento della civiltà occidentale. Heidegger orchestra una polifonia sorprendentemente ampia di motivi, in cui Parmenide diventa il pre-testo per trattare temi e problemi quali la verità, la giustizia, la politica, il divino.

      Parmenide
    • I due corsi universitari, tenuti rispettivamente nel semestre estivo del 1943 e del 1944, costituiscono un ampio materiale su cui si basano gli scritti su Eraclito già pubblicati dallo stesso Martin Heidegger. Nel primo corso si cerca di fare esperienza dell’origine della metafisica occidentale attraverso l’«inizio», nel quale il pensiero fa appello alla sua essenza, a ciò che è da pensare in modo iniziale. Il secondo corso, rintracciando il duplice significato della «logica» intesa sia come logica del corretto pensare sia come logica delle cose, ritorna alla logica la logica del pensiero del Logos, così come esso si è manifestato in Eraclito.

      Eraclito
    • L'interesse di Heidegger per Aristotele, testimoniato da questo corso universitario che il filosofo tenne nel 1924, si colloca nel periodo cruciale dell'elaborazione dell'analitica ontologico-esistenziale di Essere e tempo. In particolare, nell'analisi della Retorica aristotelica compaiono già, in nuce, alcuni 'concetti fondamentali della filosofia heideggeriana' - come Dasein (esserci), In-der-Welt-sein (essere nel mondo) e Befindlichkeit (il sentirsi situato, la situatività, e anche la situazione emotiva) - destinati a lasciare un segno indelebile nella filosofia del Novecento. Ma, soprattutto, Heidegger si impegna qui - come raramente in seguito - in una brillante fenomenologia dei páthe, delle "passioni", e del ruolo determinante che esse svolgono nella vita e nell'esistenza dell'uomo. La messa in questione del tradizionale privilegio accordato agli atti intellettivi superiori che questo implica suggerisce l'idea che siano costitutivi dell'uomo, allo stesso titolo della ragione, anche gli elementi 'inferiori', quali la sensibilità, le affezioni e le passioni

      Concetti fondamentali della filosofia aristotelica