Borìs Pasternàk nacque nel 1890 a Mosca. Il suo ingresso nella vita intellettuale russa coincise con la moda del cubofuturismo e con le più accese esperienze di rinnovamento letterario. Ma per quanto animato da un ansioso bisogno di ricerca, egli non dimenticò mai la più genuina tradizione della sua terra come testimonia l'opera poetica e, ancor meglio e di più, il romanzo. La sua poesia, così improduttiva ai fini della propaganda, non lo mise mai in buona luce presso le autorità; egli stesso, non per una ben individuata ragione di ordine politico, ma per un preciso bisogno di salvare la libertà dell'arte e del pensiero, sin dal 1930 visse in disparte nella sua dacia di Peredelkino presso Mosca, dove morì nel 1960. Fu in questa volontaria solitudine che maturò e fu scritto Il dottor Živago. Il premio Nobel per la letteratura, conferitogli nel 1958, e l'eco enorme e l'impressione profonda suscitate in tutto il mondo dal romanzo non valsero a toglierlo dall'isolamento nè ad attenuare il gelo ufficiale della politica e della letteratura sovietica. Solo dopo decenni dalla prima edizione mondiale, Il dottor Živago venne pubblicato in Urss.
Max Hayward Libri
Max Hayward è stata una figura di spicco nella letteratura russa, noto per il suo lavoro di docente e traduttore. Le sue traduzioni hanno offerto ai lettori una profonda visione della psiche russa, trasmettendone magistralmente le complessità oltre i confini linguistici. Attraverso i suoi sforzi, Hayward ha svolto un ruolo cruciale nel rendere accessibile la ricca tradizione della letteratura russa a un pubblico più ampio, promuovendo un apprezzamento più profondo della sua profondità e delle sue sfumature.




Literature and Revolution in Soviet Russia, 1917-62: a Symposium
- 264pagine
- 10 ore di lettura
Ethics as Humanistic Inquiry
- 154pagine
- 6 ore di lettura
The dissertation posits that ethics is inherently mind-dependent, emerging from human interactions and the need for mutually sympathetic coexistence. It challenges traditional philosophical views that treat ethical foundations as theoretical, arguing instead that choosing a metaethical stance is a significant moral decision. The author advocates for anti-realism, suggesting that seeking objective moral truths undermines the importance of interpersonal relationships. By framing morality as a collective creation, the work emphasizes the relevance of ethical norms and the objectives of moral inquiry.
Hope Against Hope recounted the last four years in the life of the great Russian poet, Osip Mandelstam, and gave a hair-raising account of Stalin's terror. Hope Abandoned complements that earlier masterpiece, and in it Nadezhda Mandelstam describes their life together from 1919, and her own after Mandelstam's death in a labour camp in 1938. She also sets out his system of values and beliefs, and provides striking portraits of many of their contemporaries including Boris Pasternak and their champion till his own downfall, Nikolai Bukharin, as well as an astonishingly candid picture of Anna Akhmatova.