Non scendete a Napoli. Controguida appassionata della città
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Antonio Pascale dipinge vividi affreschi della vita nelle città italiane, in particolare nel suo romanzo "La città distratta", che offre un quadro dell'esistenza a Caserta. La sua scrittura è caratterizzata da un occhio attento alle sfumature sociali e alla complessità delle connessioni umane, esplorando spesso temi come lo scorrere del tempo e la ricerca di significato in mezzo a realtà inquiete. Pascale affronta i suoi soggetti con sensibilità e precisione, costruendo mondi letterari ricchi e avvincenti. I suoi saggi offrono inoltre acute osservazioni sulla cultura italiana e la sua percepita mancanza di stile, consolidando il suo ruolo di commentatore significativo della società contemporanea.
«Questo non è un romanzo ma un giro in bicicletta». Il protagonista di questa storia è, nell'ordine: a) un musicista mancato b) un giocatore di basket mancato c) un romanziere mancato. Non gli mancano però la verve polemica, i tic da nevrotico indolente e un punto di vista sfacciatamente maschile. Destreggiandosi tra le intemperanze dei figli adolescenti e la furia del traffico cittadino, ci trascina nelle sue esilaranti scorribande, poetiche e scientifiche insieme. D'altra parte, se il disordine scompagina i pensieri, se la nostra vita è un accumulo di risposte giuste date nei momenti sbagliati, cos'altro possiamo fare se non invocare le attenuanti? Antonio Pascale ha messo a fuoco un ritratto rigoroso, spietato e irresistibile, e al centro del ritratto ci siamo noi.