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Giacomo Leopardi

    29 giugno 1798 – 14 giugno 1837

    Giacomo Leopardi fu uno studioso, poeta, saggista e filosofo italiano, uno dei grandi scrittori del XIX secolo. I suoi problemi d'amore ispirarono alcune delle sue liriche più tristi. Nonostante vivesse in un piccolo paese, Leopardi fu in contatto con le idee principali del movimento illuminista. La sua evoluzione letteraria lo rese uno dei poeti romantici più noti. Negli ultimi anni, mentre viveva alle pendici del Vesuvio, Leopardi meditò sulla possibilità della totale distruzione dell'umanità, condividendo una visione pessimistica della vita simile a quella del filosofo tedesco Arthur Schopenhauer.

    Giacomo Leopardi
    ITA-OPERETTE MORALI DI GIACOMO
    I Classici. Il Giocatore. Canti
    Canti
    Operette morali
    Zibaldone di pensieri
    Giacomo Leopardi Epistolario 1-2
    • Operette morali

      • 592pagine
      • 21 ore di lettura

      Riveduto sull'edizione critica curata da Ottavio Besomi, il testo delle Operette morali si avvale, in questa edizione, dell'introduzione e del commento di Cesare Galimberti. Attraverso una lettura che mette in luce i tratti gnostici della visione di Leopardi, Galimberti restituisce alle Operette il loro carattere di libro metafisico, oggi ritornato prepotentemente all'attenzione negli studi critici sul poeta e pensatore di Recanati.

      Operette morali
    • The book features a collection of poems that explore various themes, including love, nature, and existential reflections. It begins with a tribute to Italy and moves on to address significant cultural figures, such as Dante and Cicero. The poems celebrate personal milestones, like weddings and victories, while also delving into deeper philosophical musings about life and death. The collection includes notable pieces like "L'infinito," which contemplates infinity, and "Il passero solitario," reflecting on solitude. Other works, such as "A Silvia" and "Amore e Morte," examine love's complexities and the inevitability of death. The poet also engages with historical and mythological references, as seen in "Alla primavera" and "Inno ai patriarchi." Further, the anthology presents a range of emotional landscapes, from the tranquility after a storm in "La quiete dopo la tempesta" to the vibrant life depicted in "Il sabato del villaggio." The poet's introspection is evident in "A se stesso," while "La ginestra" offers a poignant commentary on resilience in adversity. The collection concludes with fragments and translations, providing a comprehensive look at the poet's life and work, enriched by notes and literary references that enhance the reader's understanding of the themes and contexts explored throughout.

      Canti e Frammenti / Gesänge und Fragmente
    • Il "Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'italiani è un tagliente pamphlet sulla mentalità, il carattere e la moralità della società italiana di impressionante, terribile attualità. L'analisi leopardiana è spietatamente lucida, la prosa è incisiva, dura, persino crudele. L'Italia - spiega il poeta - è una terra incapace di costruire una convivenza civile, una sana dialettica; un paese dominato dal cinismo, incapace di rispettare e di esser rispettato; un agglomerato di singoli individui ognuno sprofondato nel proprio orizzonte privato, particolare; e dove l'opinione pubblica, la società civile, stenta a trovare la propria maturità, la propria autonomia. Leopardi denuncia con una prosa ariosa e caustica l'assenza di quei legami che fanno di una somma d'individui una «società civile», fondata non solo sulla legge ma sulla responsabilità della convivenza civile. Uno stato presente, quello descritto da Leopardi, che appare drammaticamente slegato dalla sua collocazione storica pre-unitaria, e che a una lettura odierna sembra assumere i connotati e le sembianze di uno stato presente indefinito e immobile, quasi il Discorso fosse riuscito a congelare non solo un momento nella storia di un popolo ma un'incapacità strutturale, genetica, endemica di quello stesso popolo.

      Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'italiani
    • I Pensieri di Leopardi apparvero postumi nel 1845, ma erano stati scelti e ordinati da lui stesso; ad essi accenna in una lettera, poco prima della morte, come a un «volume inedito di Pensieri sui caratteri degli uomini e sulla loro condotta in Società». Molti di questi frammenti li aveva estratti dal vasto laboratorio dello Zibaldone, altri erano del tutto nuovi. Rispetto alle prime stesure zibaldoniane, intime e immediate, questi Pensieri furono sottoposti a un lavoro di sottile rifinitura stilistica, che fa loro assumere un crudele nitore, come di epigrafi incise sotto il mobile teatro della vita. Si avverte in queste pagine, scrisse Sergio Solmi, un certo carattere di «glacialità», e insieme di puntigliosa precisione nello svelare i meccanismi nei rapporti sociali e nella mente degli uomini, questi esseri «miseri per necessità, e risoluti di credersi miseri per accidente». Accanto al grande lirico della desolazione e della favolosa infanzia, c’era in Leopardi un La Bruyère avvolto da un’aura gnostica, e mai lo vediamo parlare con tanta lucidità come in queste annotazioni.

      Pensieri