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Herta Müller

    17 agosto 1953

    L'opera di Herta Müller si concentra sulle vite di coloro che sono stati privati di proprietà e status. Con concentrazione poetica e la franchezza della prosa, raffigura i paesaggi degli oppressi. I suoi scritti si addentrano in temi complessi di oppressione e resilienza umana. La sua visione letteraria esplora le profondità dell'esperienza umana sotto sistemi oppressivi.

    Herta Müller
    Cuoreanimale
    Cristina e il suo doppio ovvero ciò che (non) risulta nei fascicoli della Securitate
    La paura non può dormire
    Il re s'inchina e uccide
    In trappola
    La mia patria era un seme di mela
    • Una conversazione che è quasi un romanzo, un’autobiografia che sorge in un dialogo con un’interlocutrice sensibile e discreta. Quando Herta Müller parla di sé e delle esperienze che l’hanno formata, sono subito presenti le immagini, i motivi stessi della sua narrativa che il lettore non mancherà di cogliere. E questi accompagnano il racconto di un’infanzia in un villaggio del Banato rumeno, osservato dagli occhi di una bambina che crea per sé fantastici mondi paralleli, prima di approdare al mondo parallelo per eccellenza che è la scrittura. C’è poi la vita nella dittatura di Ceausescu e nella soffocante ombra dei suoi servizi segreti, cui segue l’emigrazione a Berlino Ovest verso la fine degli anni ottanta. Dall’infanzia solitaria nella campagna rumena al premio Nobel nel 2009, La mia patria era un seme di mela racconta la parabola di una vita vissuta nella letteratura e in un’inflessibile sincerità delle parole.

      La mia patria era un seme di mela
    • Lola viene trovata morta, impiccata in un armadio. Era arrivata dalla campagna per studiare in città. Post mortem, durante un'assemblea convocata per giudicare il caso, viene estromessa dal partito per essersi tolta la vita. Ma nella Romania di Ceau?escu un suicidio spesso non è tale, pensano gli amici di Lola, che credono in altre parole, pronunciano altre parole rispetto a quelle proclamate dal regime. E così ripercorrono il suo cammino, tentano un'opposizione che non può avere altro esito che il fallimento e il dolore. Amicizie. In tempi in cui la vita è minacciata si estendono a tutto quel che si immagina sia la vita, ha scritto Herta Müller a proposito di questo romanzo nelle cui pagine ricorre la parola, volutamente ambigua e metamorfica nel suo significato, cuoreanimale

      Cuoreanimale
    • Questo libro, esordio del premio Nobel Herta Müller, è composto da diciannove capitoli, diciannove quadri strettamente correlati. Tutto inizia con l’inquietante tensione de L’orazione funebre, che ci fa entrare nella vita di una bambina sveva che assiste al funerale del padre. Ne Il bagno svevo conosciamo tutti i familiari, che approfittano dello stesso bagno caldo per lavarsi, uno dopo l’altro, per poi tutti insieme sedersi a vedere il film del sabato. Completa il quadro La mia famiglia, dove l’autrice scolpisce ognuno dei personaggi e ne traccia l’albero genealogico. Queste tre prime scene sono il preambolo di Bassure. Un libro in cui la natura si fa protagonista, con i fiori, le acacie, le mosche, i maiali, le rane, i gatti e un’infinità di elementi e personaggi, per manifestare la sofferenza, l’isolamento e l’abbandono in cui versano questa famiglia e il villaggio svevo. Per essere ancora più chiara, la bambina illustra il lavoro del padre in Pere marce. La ritroviamo mentre balla in Tango soffocante e, ormai adolescente, anche ne La finestra. Racconta le vacanze dei genitori al mare, parla della sua solitudine e della successione dei dittatori, fino a descrivere in Giorno feriale la sua vita in fabbrica.

      Bassure
    • "Sono convocata. Giovedì alle dieci in punto." Una giovane donna senza nome, in una città rumena, un appuntamento obbligato e temuto con i servizi segreti del regime di Nicolae Ceausescu. Durante il tragitto in tram per presentarsi all'interrogatorio, immagini e figure della vita attraversano la mente della protagonista: l'infanzia in una cittadina di provincia e il desiderio semierotico da lei provato per il padre, il primo matrimonio con un uomo che "non era capace di picchiarmi e perciò si disprezzava", i racconti strazianti del nonno sulla deportazione. E poi la giovane amica Lilli, uccisa da una sentinella alla frontiera con l'Ungheria mentre tentava di fuggire dal paese; e Paul, le sue giornate e le sue notti trascorse fin troppo spesso nell'alcol, ma anche i momenti di felicità vissuti insieme a lui, come bagliori fuggevolmente accesi. Tutto si affaccia alla memoria e si intreccia al presente, agli interrogatori e alle vessazioni, all'angoscia quotidiana e agli stratagemmi con cui il pensiero cerca tenacemente di non soccombere. Con questo romanzo Herta Müller ci offre un'esplorazione toccante e magistrale su come la dittatura arrivi a impadronirsi di ogni fibra dell'umano.

      Oggi avrei preferito non incontrarmi
    • Il premio Nobel 2009 Herta Müller riporta alla nostra attenzione questo romanzo per tanti aspetti autobiografico, scritto subito dopo il passaggio dell'autrice dalla Romania alla Germania ovest (1987) e pubblicato nel 1989 alla vigilia della caduta del Muro di Berlino. Si tratta di una delle prime e più forti testimonianze della difficoltà di vivere quel passaggio. È un'opera che racconta, infatti, l'esperienza di fuga da una dittatura e il travaglio di un esilio volontario, tanto cercato quanto doloroso e traumatico; della nostalgia e della perdita, della vita nomadica, di una coazione al movimento attraverso stazioni grandi e piccole, su treni, scompartimenti, sale d'aspetto e lungo binari. Con uno stile secco e tagliente, con un racconto senza ornato e senza tentazioni sentimentali, con una lingua alla quale resterà sostanzialmente fedele negli anni, Herta Müller fissa quasi ossessivamente gli oggetti e i gesti minimi di una vita tra confini e non-luoghi, racconta gli amori, le inibizioni e i ricordi di una giovane donna, il suo disagio di fronte a nuove relazioni umane. Questo romanzo, nel quale si intrecciano e si confondono valenze simboliche e dati di realtà, costituisce senza dubbio una tappa centrale nel coerente percorso di scrittura che ha portato Herta Müller ad ottenere il massimo riconoscimento internazionale. (Maria Fancelli)

      In viaggio su una gamba sola
    • Un uomo attende il passaporto che gli permetterà di emigrare. Nel tempo bloccato dell’attesa conta i giorni. Il luogo è un villaggio della minoranza tedesca in Romania e il tempo sono gli ultimi anni prima della caduta del regime di Ceaus¸escu. Molti inutili sacchi di farina costa al mugnaio Windisch la speranza di poter abbandonare il paese ed emigrare in Germania. Ma solo quando sua figlia Amelie accetta di compiacere le voglie del parroco e del poliziotto i passaporti, finalmente, arrivano. Squarci di una luce brutale raccontano questo tempo di attesa sovrastato dall’immagine del fagiano, con le sue ali così inette al volo, che in rumeno è a sua volta immagine della creatura umana irretita nel fatale impaccio della vita.

      L' uomo è un grande fagiano nel mondo