Victor Capesius era farmacista a Sighisoara, buon vicino di casa della famiglia Schlesak. Una fotografia del 1929 lo mostra sorridente in uno stabilimento balneare della cittadina, con alcuni conoscenti. Anni dopo, Capesius si trova ad Auschwitz, a inviare tanti di questi suoi vicini nella camera a gas, selezionandoli personalmente e dicendo loro di spogliarsi per andare a prendere un bagno. Dalla farmacia del Lager distribuisce le dosi dello Zyklon B, il gas letale. L'idillio di provincia diviene il più atroce e fetido mattatoio della storia, i commensali di liete tavolate domenicali nelle colline transilvane si dividono in assassini e assassinati, il familiare nido di provincia cova le uova di mostri. Capesius, condannato a nove anni di carcere, è poi vissuto e morto serenamente. Il possente libro di Schlesak - in cui c'è un unico personaggio immaginario, il deportato Adam, che tuttavia riferisce fatti oggettivi e parole realmente dette da vittime e da boia e in cui il narratore è solo un impersonale protocollo di eventi, deposizioni e dichiarazioni raccolte - è un indimenticabile affresco del male, degno del L'istruttoria" di Peter Weiss e, nella sua secca sobrietà epica, altrettanto intenso." (dalla Prefazione di Claudio Magris)
Dieter Schlesak Ordine dei libri
Dieter Schlesak, originario della Transilvania, è un distinto poeta, romanziere e saggista tedesco-rumeno. La sua produzione letteraria spesso si addentra nelle profondità dell'esperienza umana con una qualità lirica unica. Attraverso la sua scrittura, esplora temi complessi con acuta perspicacia e sensibilità poetica. Sia la prosa che la poesia di Schlesak riflettono una profonda comprensione del mondo che lo circonda.






- 2009
- 1997
A poche settimane dalla caduta del regime di Ceausescu, Dieter Schlesak ritorna in Romania, dopo più di vent’anni di esilio. La rivoluzione del 21 e 22 dicembre è ancora viva: nei racconti degli amici, sui muri scheggiati dalle bombe, nei sentimenti di speranza. Le bandiere del tricolore rumeno hanno al centro un buco, il cerchio vuoto che ha abolito i simboli del regime e dell’ideologia.Nulla è più come prima. Schlesak fissa l’esperienza di quel ritorno in un racconto poetico e filosofico, ancor’oggi profeticamente attuale. Le rivolte dell’Est del 1989, ci dice, hanno visto l’insorgere sulla scena della Storia di qualcosa di straordinariamente nuovo: da un lato l’assenza dell’Idea che prepara e guida la rivoluzione, dall’altro l’invadenza dell’informazione televisiva, con i suoi trucchi e i suoi inganni.“Telerivoluzione”, così chiama Schlesak ciò che avvenne allora in Romania: la televisione che dirige e condiziona la rivolta, che inventa i fatti e annulla la realtà. Come nella guerra del Golfo.Gli eventi narrati in questo libro sono così leggibili anche come una profetica metafora: anticipazione della nuova realtà quotidiana che ci accompagna verso la fine del millennio, una realtà permeata dall’elettronica e dall’illusione delle immagini, dove il trionfo delle apparenze toglie concretezza al mondo.