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Dieter Schlesak

    7 agosto 1934 – 29 marzo 2019

    Dieter Schlesak, originario della Transilvania, è un distinto poeta, romanziere e saggista tedesco-rumeno. La sua produzione letteraria spesso si addentra nelle profondità dell'esperienza umana con una qualità lirica unica. Attraverso la sua scrittura, esplora temi complessi con acuta perspicacia e sensibilità poetica. Sia la prosa che la poesia di Schlesak riflettono una profonda comprensione del mondo che lo circonda.

    Das Narbenwahre und die Kunst der Rückkehr. Roman
    Los. Reisegedichte
    Capesius - aptekarz oświęcimski
    Gefährliche Serpentinen
    Il farmacista di Auschwitz
    Bandiere bucate
    • A poche settimane dalla caduta del regi­me di Ceausescu, Dieter Schlesak ritorna in Romania, dopo più di vent’anni di esi­lio. La rivoluzione del 21 e 22 dicembre è ancora viva: nei racconti degli amici, sui muri scheggiati dalle bombe, nei senti­menti di speranza. Le bandiere del tricolo­re rumeno hanno al centro un buco, il cer­chio vuoto che ha abolito i simboli del regime e dell’ideologia.Nulla è più come prima. Schlesak fissa l’esperienza di quel ritorno in un racconto poetico e filosofico, ancor’oggi profetica­mente attuale. Le rivolte dell’Est del 1989, ci dice, hanno visto l’insorgere sulla scena della Storia di qualcosa di straor­dinariamente nuovo: da un lato l’assenza dell’Idea che prepara e guida la rivo­luzione, dall’altro l’invadenza dell’in­formazione televisiva, con i suoi trucchi e i suoi inganni.“Telerivoluzione”, così chiama Schlesak ciò che avvenne allora in Romania: la tele­visione che dirige e condiziona la rivolta, che inventa i fatti e annulla la realtà. Come nella guerra del Golfo.Gli eventi narrati in questo libro sono così leggibili anche come una profetica metafora: anticipazione della nuova realtà quotidiana che ci accompagna verso la fine del millennio, una realtà permeata dall’e­lettronica e dall’illusione delle immagini, dove il trionfo delle apparenze toglie con­cretezza al mondo.

      Bandiere bucate
    • Victor Capesius era farmacista a Sighisoara, buon vicino di casa della famiglia Schlesak. Una fotografia del 1929 lo mostra sorridente in uno stabilimento balneare della cittadina, con alcuni conoscenti. Anni dopo, Capesius si trova ad Auschwitz, a inviare tanti di questi suoi vicini nella camera a gas, selezionandoli personalmente e dicendo loro di spogliarsi per andare a prendere un bagno. Dalla farmacia del Lager distribuisce le dosi dello Zyklon B, il gas letale. L'idillio di provincia diviene il più atroce e fetido mattatoio della storia, i commensali di liete tavolate domenicali nelle colline transilvane si dividono in assassini e assassinati, il familiare nido di provincia cova le uova di mostri. Capesius, condannato a nove anni di carcere, è poi vissuto e morto serenamente. Il possente libro di Schlesak - in cui c'è un unico personaggio immaginario, il deportato Adam, che tuttavia riferisce fatti oggettivi e parole realmente dette da vittime e da boia e in cui il narratore è solo un impersonale protocollo di eventi, deposizioni e dichiarazioni raccolte - è un indimenticabile affresco del male, degno del L'istruttoria" di Peter Weiss e, nella sua secca sobrietà epica, altrettanto intenso." (dalla Prefazione di Claudio Magris)

      Il farmacista di Auschwitz
    • In "LOS. Reisegedichte" wird das Exil als Chance für neue Erkenntnisse dargestellt. Das lyrische Ich eröffnet dem Leser durch geschärften Blick die inneren Ereignisse der Landschaften in Europa und Amerika. Der Text thematisiert das Vertrauen in größere Kräfte und die Bedeutung des Augenblicks.

      Los. Reisegedichte
    • Der Erzähler, nach dem Tod seiner Mutter in einer psychiatrischen Anstalt, versucht durch Schreiben sein zersplittertes Bewusstsein zu verstehen. Er reflektiert über Erinnerungen, die ihn mit Verstorbenen verbinden, und sucht nach geistiger Befreiung. Sein Wahnsinn spiegelt die Katastrophen des 20. Jahrhunderts wider. Der Roman thematisiert die Suche nach Identität und die Hoffnung auf eine "Heimkehr" im Tod.

      Das Narbenwahre und die Kunst der Rückkehr. Roman
    • Dieter Schlesak fand in der Toskana Zuflucht und erlebt das Drama eines Schriftstellers, der zwischen seiner deutschen Identität und der Notwendigkeit, sich von ihr zu distanzieren, gefangen ist. In der Isolation kämpft er darum, seine Verbindung zur deutschen Kultur aufrechtzuerhalten und die inneren Mauern zu überwinden.

      Weisse Gegend - Fühlt die Gewalt in diesem Traum. Gedichte
    • Zwischen Himmel und Erde

      Gibt es ein Leben nach dem Tod?

      • 228pagine
      • 8 ore di lettura

      Gibt es also tatsächlich ein Überleben des Todes? Hamlets Einsicht, es gäbe mehr zwischen Himmel und Erde, als sich "unsere Schulweisheit" träumen lässt, ist aktuell. Es sind drei von Zeugen selbst erlebte und nachgewiesene "Fakten", die im Zusammenhang stehen mit der enormen zivilisatorischen (leider nicht auch kulturellen ) Entwicklung der Menschheit 1. Die Möglichkeiten durch Intensivstationen klinisch Tote wieder ins Leben zurückzuholen, so dass sie über ihre "Nahtoderlebnisse" berichten können. 2. Die Möglichkeiten "Wiedergeburtserlebnisse" von Kindern zu überprüfen, (auch hier gibt es ein sehr reiches Faktenmaterial). 3. Durch unsere "elektronischen Haustiere", die sich der Lichtgeschwindigkeit annähern, ist es möglich rätselhafte Signale und Stimmen wahrzunehmen, die von Forschern auch als "Totenstimmen" gedeutet werden.

      Zwischen Himmel und Erde