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Carlo Emilio Gadda

    14 novembre 1893 – 21 maggio 1973

    Carlo Emilio Gadda è stato uno scrittore e poeta italiano, celebre per la sua magistrale manipolazione della lingua. La sua opera è rinomata per l'approccio innovativo, in cui intreccia elementi di dialetti, gergo tecnico e giochi di parole nella prosa italiana standard. Come ingegnere praticante, Gadda nutriva un rapporto complesso con la sua professione, un tratto che si riflette nella precisione e nel dettaglio riscontrati nelle sue creazioni letterarie, guadagnandosi paragoni con autori di indole scientifica. Il suo stile distintivo, che critica i valori borghesi attraverso la dissonanza linguistica, rende la sua scrittura unica e provocatoria.

    Carlo Emilio Gadda
    That Awful Mess on Via Merulana
    La Biblioteca di Repubblica - 46: Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
    I racconti
    Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
    Il castello di Udine
    La cognizione del dolore
    • 2002

      "Oh, gli occhi! Dove, chi guardavano? Il volto... Oh, era sgraffiata, poverina! Fin sotto un occhio, sur naso!... Oh, quel viso! Com'era stanco, povera Liliana, quel capo, nel nimbo, che l'avvolgeva, dei capelli, fili tuttavia operosi della carità. Affilato nel pallore, il volto: sfinito, emaciato dalla suzione atroce della Morte" Dal più celebre "giallo" della letteratura italiana non verremo mai a sapere chi è il colpevole: come tutti i romanzi di Gadda, infatti, anche il Pasticciaccio è incompiuto, coerentemente con la visione del mondo dell'autore, che concepiva la realtà come un aggrovigliatissimo "garbuglio", tragicamente impossibile da dipanare per giungere a possederne un qualsiasi bandolo. Ma se la verità è negata, non ci si può comunque sottrarre alla ricerca, all'esercizio dell'intelligenza e dell'ironia, all'illusorio ma suggestivo esorcismo della nostra sostanziale incapacità di conoscere. Intelligenza e ironia non fanno certo difetto al commissario Ciccio Ingravallo, il quale nella fascistissima Roma del 1927 si trova a indagare su un delitto che coinvolge le sue amicizie e anche i suoi segreti affetti. Convinto seguace del dubbio programmatico, nutrito di testi filosofici molto amati, questo singolare poliziotto molisano si muove tra labili indizi e improvvise scoperte che complicano vieppiù, anziché semplificare, il quadro delle ricerche. E lo fa nella consapevolezza dell'inutilità dei suoi sforzi di mettere ordine in un contesto insensato, cui corrisponde drammaticamente l'insensatezza della storia, e del regime sciagurato che gli è toccato in sorte di dover servire. Pubblicato nel 1957, ma già parzialmente scritto fra il 1946 e il 1947, il romanzo è uno dei capolavori assoluti del nostro secondo Novecento, che si avvale di una lingua ricchissima e composita, ove dialetti centro-meridionali e italiano letterario si fondono in una miracolosa miscela espressiva, e che confermano l'indiscutibile preminenza - finalmente riconosciuta dai più - di Carlo Emilio Gadda nella letteratura europea del XX secolo.

      La Biblioteca di Repubblica - 46: Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
    • 1991

      Roma durante il fascismo. Il commissario di polizia don Ciccio Ingravallo è incaricato di svolgere un'inchiesta su un furto di gioielli avvenuto al 219 di via Merulana, una via popolare nel cuore di un vecchio quartiere. Nella casa abitano due amici del commissario: i coniugi Balducci, dai quali è solito andare a pranzo nei giorni festivi. Per lo scapolo don Ciccio Liliana Balducci è l'incarnazione della dolcezza e della purezza femminile. Un mattino, Liliana viene selvaggiamente assassinata nel suo appartamento: il furto dei gioielli e l'assassinio sono opera di una stessa persona? Da questi episodi prende il via il romanzo gaddiano, che, apparso in "Letteratura" nell'immediato dopoguerra, fu scritto a Firenze nel ricordo di un lontano soggiorno nella capitale (1926-27). Basandosi su un reale fatto di sangue, Gadda costruisce un intrigo poliziesco che gioca su un duplice registro: può essere letto, infatti, come eco del mondo e come bricolage letterario.

      Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
    • 1987

      Gonzalo Pirobutirro è un misantropo affetto da un male oscuro tra le cui molteplici manifestazioni spicca un odio feroce nei confronti dell'"imbecillagine generale del mondo". Al centro del romanzo è il rancore esasperato che egli nutre verso la sua tragica condizione esistenziale e che converge in un accanimento spietato contro la Signora, sua madre, artefice, secondo lui, di tanta sofferenza. Gonzalo è ossessionato dal pensiero della morte della donna. E il drammatico epilogo prende forma sul serio: al rientro da uno dei suoi viaggi di lavoro Gonzalo trova la madre agonizzante in seguito a un'aggressione. Per mano di chi sia stata compiuta, però, non viene rivelato.

      La cognizione del dolore
    • 1971

      Come la Madonna dei filosofi anche il secondo libro di Gadda (1934) raduna «pecore randage»: scritture sparse, oscillanti tra le prose di diario, tratte dai ricordi della prima guerra mondiale, e le divagazioni su polemiche letterarie di quegli anni. Nella sua unicità, Il castello di Udine recalcitra a qualsiasi etichetta, anche a quella di «prosa d'arte», che conobbe una stagione particolarmente fortunata tra le due guerre. Ma lascia intravedere tutti i caratteri distintivi, per non dire proverbiali, del Gadda maggiore: l'ossessione dell'ordine e il ribellismo anarcoide, l'odio-amore verso Milano e la sua classe dirigente, la straordinaria perizia retorica e i limiti costruttivi dell'intreccio, il calligrafismo (ma sui generis) e l'oltranza espressionistica del grande pasticheur.

      Il castello di Udine
    • 1963