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Hans Jonas

    10 maggio 1903 – 5 febbraio 1993

    Hans Jonas è stato un filosofo di origine tedesca la cui opera approfondisce le sfide etiche e filosofiche poste dalla tecnologia moderna e le sue implicazioni per il futuro dell'umanità. Ha esplorato la profonda connessione tra essere e moralità, sottolineando la nostra responsabilità verso il pianeta e la permanenza della vita umana. La sua filosofia sintetizza biologia, esistenzialismo ed etica, affrontando sia le dimensioni materiali che morali dell'esistenza umana. Il pensiero di Jonas ha fornito una base fondamentale per il movimento ambientalista e la bioetica.

    Hans Jonas
    Il principio responsabilità
    Il concetto di Dio dopo Auschwitz
    Tecnica, medicina ed etica
    La filosofia alle soglie del duemila
    Organismo e libertà
    Memorie
    • 2015

      Evoluzione e libertà sono le due parole chiave del pensiero di Hans Jonas, espresso mirabilmente nel saggio, una sorta di concentrato della sua biologia filosofica e forse la migliore testimonianza della sostanziale continuità della sua riflessione sulla filosofia della vita, al di là del prevalere, nelle diverse fasi del suo pensiero, di interessi storico-filosofici o di interessi più propriamente etici. Tesi principale è che la libertà tradizionalmente considerata appannaggio degli ambiti prettamente umani dello spirito e della volontà - sia viceversa già presente a livello del metabolismo cellulare, il fenomeno più basilare che caratterizza l'organismo vivente. Essa non connota, cioè, esclusivamente l'agire conscio e intenzionale dell'essere umano, ma è piuttosto il denominatore comune di tutti gli appartenenti alla categoria dell'"organico" e segna la linea di confine con quanti non vi rientrano, dunque con l'inorganico, la macchina e l'artefatto. La libertà si squaderna per Jonas in una gradazione ascendente di complessità delle funzioni e dei movimenti, i cui vari livelli costituiscono configurazioni sempre più articolate, approfondite ed "evolute" della dialettica precaria che le è intrinseca.

      Evoluzione e libertà
    • 2000

      Con la pubblicazione presso Einaudi di Il principio responsabilità (1990), Tecnica, medicina ed etica (1997) e Il principio vita (1999), si è cercato di introdurre in Italia la proposta etico-filosofica di Hans Jonas. In quelle opere Jonas tenta di fondare un'etica per la civiltà tecnologica, confrontandosi con la bioetica medica e con il concetto di "biologia filosofica" da lui elaborato tra il 1950 e il 1965. Perché, in questo contesto, pubblicare delle interviste? Quale il loro rapporto con la riflessione filosofica? In questo libro, Jonas prende posizione sui grandi temi che l'hanno occupato nella sua lunga vita di studioso. Ciò che si trova sparso nelle sue diverse opere, viene qui riunito per la prima volta: la sua filosofia giovanile e quella della maturità, le sue ricerche sullo gnosticismo da un lato e quelle sulla filosofia della natura e della responsabilità dall'altro. A collegare il tutto sono il concetto stesso di filosofia, intesa prima di tutto nel senso di dialogo, e il linguaggio, senza nulla togliere al rigore dell'argomentazione, è accessibile a tutti. Le interviste sono peraltro meritevoli d'attenzione anche per chi già conosceJonas: sia per qualche puntualizzazione che per alcuni sviluppi, dalla riflessione sulla crisi ecologica a quella sull'eutanasia, dalle considerazioni sul rapporto dell'uomo con passato e futuro a quelle sulla libertà di ricerca.

      Sull'orlo dell'abisso
    • 1999

      Hans Jonas, le cui pubblicazioni nell'ambito dell'antropologia filosofica hanno offerto per decenni impulsi fondamentali alla riflessione e alla discussione internazionali, sviluppa in Organismo e libertà vita una comprensione del mondo organico che tenta di superare la cesura fra Materiale e Spirituale, diventata determinante per la filosofia e le scienze naturali a partire da Cartesio. Il mondo organico prefigura lo spirito fin dalle sue forme più elementari, così come lo spirito resta parte del mondo organico anche nelle sue manifestazioni più alte: questa è la conclusione cui pervengono analisi critica, descrizione e speculazione filosofica. Le grandi contraddizioni che l'uomo scopre in se stesso - libertà e necessità, autonomia e dipendenza, io e mondo, relazione e isolamento, vitalità creativa e mortalità - sono presenti in nuce già nelle forme più elementari della vita, pericolosamente in bilico fra l'Essere e il Non-essere, ma anche portatrici di un intimo orizzonte di «trascendenza». La vita, intesa nella costante alternanza fra termini contrastanti in tutti i suoi livelli di complessità, fornisce dunque all'uomo un nuovo strumento per comprendere anche se stesso, abbandonando definitivamente l'idea di una cesura metafisica fra se e il resto degli organismi.

      Organismo e libertà
    • 1997

      Il "principio di responsabilità" esercita la sua giurisdizione tra i due estremi della condizione umana, la natalità e la mortalità. Ed è a questioni di nascita e di morte che viene qui applicata la macroetica per la civiltà tecnologica di Hans Jonas. In questi saggi il filosofo privilegia le tematiche inerenti all'ambito della bioetica medica, discutendo i problemi connessi alla sperimentazione su soggetti umani e alla manipolazione genetica, alla nuova definizione di morte e alle tecniche di fertilizzazione in vitro, al prolungamento artificiale della vita e al diritto di morire.

      Tecnica, medicina ed etica
    • 1997

      In questo saggio si tratta di una problematica teologica legata al tema del male e alla sua manifestazione concreta nei campi di sterminio nazista. La proposta teologica ivi contenuta non pretende una risoluzione del problema della teodicea, ma apre la strada ad un concetto di Dio che rinuncia alla propria onnipotenza a favore dell'agire libero e responsabile dell'uomo.

      Il concetto di Dio dopo Auschwitz
    • 1994

      Quale sorte o quale destino attende la filosofia alle soglie del Duemila? Questione non semplice a cui Hans Jonas cerca di dare risposta nelle pagine autobiografiche di questo testamento filosofico. Una diagnosi rigorosa del passato più recente: la filosofia dell'esistenza da un lato e l'incredibile progresso della tecnologia dall'altro; una prognosi ispirata ai principi dell'etica della responsabilità, in cui il filosofo propone all'umanità intera la stipula di un contratto di pace con la natura, ma in cui anche auspica che le nazioni più ricche e i saggi della terra abbiano il coraggio di rinunciare a una parte dei loro beni per garantire all'uomo una sopravvivenza degna del posto che occupa nell'universo.

      La filosofia alle soglie del duemila
    • 1994

      Il dibattito intorno alla nostra responsabilità verso le generazioni future si è fatto in questi anni sempre più fitto e interessante, man mano che svanivano le certezze sul modello di sviluppo fondato sull'asservimento tecnologico della natura e l'«euforia del sogno faustiano» della modernità lasciava il posto a una visione della storia disincantata e perplessa - quando non disperante e apocalittica. L'uomo è diventato per la natura piú pericoloso di quanto un tempo la natura lo fosse per lui, mentre alle tante fratture sociali che ostacolano il cammino verso un'umanità unificata si è venuta ad aggiungere la contraddizione antagonistica tra il mondo di oggi e il mondo di domani. Muovendo da questa diagnosi, Hans Jonas cerca in questo lavoro di andare alle radici filosofiche del problema della responsabilità, che non concerne soltanto la sopravvivenza, ma l'unità della specie e la dignità della sua esistenza. Tra il «principio speranza» di Ernst Bloch e il «principio disperazione» di Günther Anders, il «principio responsabilità» dà voce a una via di mezzo, nel tentativo di coniugare in un modello unitario etica universalistica e realismo politico. Tra ontologia del «non-ancora» ed escatologia negativa del «non-più», tra fantasia utopica e nichilismo morale, Jonas si attesta nella difesa di quanto di irrinunciabile è «già-sempre» stato nella storia dell'umanità.

      Il principio responsabilità