Norimberga, 1946: Gitta Sereny assiste dalle tribune del pubblico al processo contro i principali gerarchi nazisti. Tra gli imputati, un uomo giovane, l'unico ad ammettere una responsabilità per le colpe di cui si è macchiato il nazismo, pur sostenendo di non aver saputo nulla della Shoah. Quell'uomo - che il tribunale condannerà a vent'anni di carcere - è Albert Speer, architetto di talento del Terzo Reich, amico e confidente di Hitler. Anni dopo, un singolare legame si instaura tra l'autrice e Speer, che accetta di rispondere alle sue domande e ripercorrere con lei la sua storia, condividendo le sue carte, i suoi ricordi, la sua visione. In una biografia serrata, dietro la quale non smette di agitarsi la domanda fondamentale sul mistero del male e della persecuzione, Gitta Sereny ricostruisce la vicenda politica e umana di un uomo controverso, alla ricerca delle ragioni profonde e contraddittorie del più grande crimine del Novecento.
Gitta Sereny Ordine dei libri
13 marzo 1921 – 14 giugno 2012
Gitta Sereny, giornalista, biografa e storica di origine austriaca, divenne rinomata per le sue penetranti esplorazioni sulla natura del male e sul trauma infantile. Le sue stesse prime esperienze con il nazismo nell'Europa centrale dei primi del Novecento modellarono profondamente il suo fascino duraturo per la comprensione degli aspetti più oscuri della natura umana. Attraverso meticolose ricerche e interviste, Sereny si immerse nelle psiche di individui coinvolti in atrocità storiche, da funzionari nazisti a sopravvissuti. Il suo lavoro, caratterizzato da una profonda empatia e da un'incrollabile ricerca della verità, offre agghiaccianti intuizioni su come gli individui possano perpetrare o sopportare atti orribili.







- 1996