Annemarie Schwarzenbach Libri






Natale 1929. Nell’ascensore di un lussuoso albergo sulle Alpi svizzere, Annemarie Schwarzenbach incontra una misteriosa donna seducente con indosso un cappotto bianco. Solo per un secondo i loro occhi si incontrano, le due restano in silenzio e, da quel momento, ogni speranza e ogni desiderio nella vita della giovane scrittrice vengono travolti. In mezzo al trambusto della località sciistica alla moda «M.», la ventunenne Annemarie è in attesa di una parola, di un gesto, per buttare definitivamente al vento tutte le cautele e inseguire il suo sentimento sconvolgente. Ogni cosa è da lei illuminata è un prezioso racconto inedito pieno di luce, erotismo e passione nel quale Schwarzenbach mette a nudo il mondo dell’amore tutto al femminile. Il testo accuratamente costruito e in cui l’amore di una donna per una donna non viene in alcun modo dissimulato è ambientato in Engadina, località che Annemarie definiva «il mio luogo più proprio e più originario, quello dove mi muovo con più sicurezza e dove mi sento leggera come da nessun’altra parte». Il manoscritto, conservato inedito nell’Archivio svizzero di letteratura di Berna, è stato ritrovato nel 2007 da Alexis Schwarzenbach, nipote della scrittrice, che ne ha curato personalmente la pubblicazione.
Questo lieve e folgorante romanzo è il ritratto in movimento di un'inquieta e raffinata brigata di giovani artisti che, sul finire degli anni Venti, vivono con spregiudicata intensità i loro amori, desideri e turbamenti. Bernhard, che studia musica e sogna di evadere da una realtà troppo ristretta, ne è il magnetico ma inconsapevole punto focale. Intorno a lui vortica una variegata esistenza corale alimentata da prove tecniche di storie d'amore e complesse dipendenze affettive; da generosi slanci e precarie velleità. Una giovinezza alla ricerca della propria identità, sia sociale che sessuale, e del proprio posto nel mondo, in un rocambolesco susseguirsi di viaggi ed esperimenti di vita tra Parigi, Zurigo, Berlino e Firenze.
Essere giovani nella Parigi degli anni venti. Mescolarsi alla folla di razze e lingue diverse, bere vino, scatenarsi al Koubok, a due passi dall'università: è iniziato il Bal des Quat'z'Arts. Frequentare le lezioni, e chiedersi che cosa fare una volta terminati gli studi. Costruire ponti, dice qualcuno, misurare e ripartire la terra delle colonie, un altro. Poi c'è Gabrielle, che non vuole nulla, perché sarà il destino a volere per lei, e Ursula, che studia geografia e desidera un libro da leggere a voce alta, un libro in cui ogni frase sia armoniosa e bella. Ursula che a Parigi conosce un uomo, esce con lui, va alla Coupole dove ogni sera la ballerina Lena calamita sguardi e attenzioni, Ursula che cerca una libertà che sia solo sua, Ursula che ama Jacqueline, snella e abbronzata. Scritta da Annemarie Schwarzenbach nel 1929, quando, come la protagonista della novella, studiava alla Sorbona, "La notte è infinitamente vuota" procede per salti, bruschi cambi di tempo e prospettiva, impressioni in cui l'esperienza biografica è rielaborata e sublimata in una scrittura immaginifica, ora malinconica e ora estasiata dalle infinite possibilità del domani.
De monde en monde
- 346pagine
- 13 ore di lettura
Ecrivain, archéologue, Annemarie Schwarzenbach (1908-1942) fut aussi journaliste et photographe. Ses reportages la menèrent sur les routes du monde, d’Istanbul à Persépolis, de l’Europe centrale à New York, de Lisbonne à Brazzaville, de Madrid à Tanger. Les grands lointains l’attiraient irrésistiblement, mais elle ne perdait jamais de vue le dramatique combat du moment en Europe, la lutte contre le nazisme. Entre 1934 et 1942 elle a publié, dans la presse quotidienne et les magazines, près de trois cents articles dont soixante sont présentés ici. Les rédactions de l’époque appréciaient son professionnalisme, ses connaissances d’historienne, la pertinence de ses questions, son style tour à tour alerte et poétique, l’humanité du regard qu’elle portait sur le monde des années 30. Arnold Kübler, rédacteur de la revue Du, témoigne : «Ses qualités personnelles et sa position sociale privilégiée assuraient à Annemarie Schwarzenbach des appuis dans le monde entier, et elle s’en est servi pour son travail. Elle avait facilement accès aux gens influents, mais elle s’efforçait par ailleurs de rencontrer ceux qui ne le sont pas, ceux dont la vie se déroule dans une étroite sujétion, les exclus, les laissés-pour-compte, les gens simples.»Traduit de l'allemand par Dominique Laure Miermont et Nicole Le Bris