"L'arte classica" di Heinrich Wildfflin è il capolavoro al quale si sono ispirate generazioni di studiosi, uno dei fondamenti della moderna critica d'arte sul Rinascimento, il canone di un metodo e di una sensibilità ai quali ancor oggi ci si può riferire per cogliere l'opera d'arte nel suo reale processo creativo. Molti dei giudizi ormai patrimonio comune della nostra cultura, Wölfflin li ha pronunciati per primo, li ha fatti circolare, li ha corretti e precisati attraverso la sua interpretazione formalistica, sempre sorretta da un vigile senso dell'unità dello stile. Si condivida o meno la teorica di Wölfflin, che esalta l'arte italiana come pura gioia visiva, la sua opera è uno dei pochissimi libri che avvicinano il lettore ai capolavori del Rinascimento; che lo aiutano, in nome di una mutua confidenza, a godere dell'arte quattrocentesca e cinquecentesca come del frutto più miracoloso di una meravigliosa stagione dell'umano creare.
Heinrich Wölfflin Ordine dei libri
Heinrich Wölfflin fu uno storico dell'arte svizzero i cui principi classificatori oggettivi, come la distinzione tra "pittorico" e "lineare", modellarono in modo significativo l'analisi formale nella storia dell'arte all'inizio del XX secolo. Insegnò a Basilea, Berlino e Monaco, appartenendo alla generazione che elevò la storia dell'arte tedesca a una posizione di preminenza. Le sue tre opere fondamentali, ancora oggi consultate, esplorano le transizioni stilistiche dal Rinascimento al Barocco e stabiliscono concetti chiave per la comprensione dell'arte.







- 2018
- 2016
"Come orientamento generale, basterà dire quanto segue: i "Concetti fondamentali" sono sorti dalla necessità di offrire una più salda base all'analisi della storia dell'arte; non a un giudizio di valore, dunque, di cui qui non si parla, bensì alla definizione dello stile. A tale scopo è sommamente interessante conoscere la forma rappresentativa dinanzi a cui ci si trova volta per volta (conviene parlare di forme della rappresentazione piuttosto che di forme visive). La forma della rappresentazione visiva non è ovviamente qualcosa di esteriore, ma ha un'importanza determinante anche per il contenuto della rappresentazione, e in questo senso la storia del succedersi dei concetti figurativi è già storia dell'arte. Il modo di vedere o, come preferiamo dire, della rappresentazione visiva, non è sempre e ovunque identico, avendo, come tutto ciò che vive, una sua evoluzione. Vi sono gradi nella rappresentazione visiva di cui lo storico dell'arte deve tener conto. Si parla di modi di vedere arcaici e "immaturi", così come si parla, d'altra parte, di periodi di "arte matura" e di "arte tardiva". (...) Ora, nel presente volume non si vuole offrire un compendio di storia, ma si cerca di stabilire certi criteri di valutazione con cui si possono misurare, con una certa esattezza, i mutamenti storici e i caratteri nazionali."