A Ravensbrück, campo di concentramento destinato, almeno ufficialmente, alla rieducazione delle prigioniere (testimoni di Geova, zingare, antinaziste divari Paesi) e progressivamente divenuto campo di sterminio, morirono circa novantaduemila donne. Lidia Beccaria Rolfi (sopravvissuta al campo) e Anna Maria Bruzzone hanno raccolto le testimonianze di alcune prigioniere e le hanno proposte in questo libro.
Lidia Beccaria Rolfi Ordine dei libri





- 2003
- 1997
Non credo che esistano oggi, in nessun luogo del mondo, impianti per la strage di massa come quelli nazisti, né lucidi piani di genocidio immediato e differito quali sono descritti in questo terribile libro: ma i bambini continuano a soffrire ed a morire sulla scala dei milioni, di fame, di malattia, o intrappolati nelle maglie di guerre incomprensibili e feroci. Finché questo avviene, pagine come queste dovranno essere lette, anche se la loro lettura non avvenga senza angoscia: sono nutrimento vitale per chi si proponga di vegliare sulla coscienza e sull'avvenire del mondo. Primo Levi
- 1996
Un romanzo. Una testimonianza. Una storia privata. Un momento cruciale del destino e della memoria collettiva di una generazione. Una voce da salvare: la guerra e la pace raccontate da una donna.Ravensbrück, 1945: Lidia Beccaria Rolfi, deportata politica, liberata dagli Alleati, inizia la lunga marcia verso l'Italia. Russi, americani, donne e bambini, prigionieri nazisti, malati e moribondi: tutti insieme incontro a una pace ancora da inventare.I primi anni di libertà. L'Italia fascista del postfascismo: anni di speranza e delusione, ingiustizie e discriminazioni, persino tra i familiari, gli amici, gli ex compagni. Il Lager è una colpa che non si può cancellare.