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Della "verità che sta nella potenza"

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La complessità del rapporto fra Stato e costituzione, nella modernità, trova nei frammenti di Hegel della Reichsverfassung (1799-1803) una profonda e drammatica rappresentazione. La 'struttura' del morente Impero tedesco, all'indomani della Rivoluzione francese, sotto i colpi delle armate napoleoniche, si presenta come una 'costituzione' 'senza Stato', che ha, finanche, la funzione di inibire proprio la formazione del potere dello Stato (Staatsgewalt) e di funzionare, invece, come un insieme di garanzie di 'diritti privati' a favore delle diverse parti dell'Impero, che, in tal modo, decretano la 'fine' dell'esistenza politica della Germania. La ricerca si è sviluppata mediante un'accurata analisi critica dei frammenti; una collocazione di essi all'interno dello sviluppo dell'appassionata ricerca hegeliana; infine, una costante connessione, sia alla drammatica situazione dell'Impero, sia alle fonti filosofiche e giuridico-costituzionali esibite o presupposte. Pertanto, da un punto di vista 'metodologico', essa ha proceduto sulla una base di una 'esegesi testuale analitica' per ampliarsi, contemporaneamente, attraverso una 'filologia contestuale critica'

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Della "verità che sta nella potenza", Antonio Luongo

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Pubblicato
2017
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