Heinrich Heine Ordine dei libri
Heinrich Heine si afferma come uno dei più significativi poeti tedeschi del XIX secolo, celebre inizialmente per la sua poesia lirica che ispirò i compositori. La sua opera successiva si distingue per un acuto ingegno satirico e una profonda ironia, spesso derivanti dalle sue idee politiche radicali che portarono alla censura. Heine fu anche un acuto giornalista, saggista e critico letterario. La sua eredità duratura risiede nella magistrale fusione di bellezza lirica, mordace commento sociale e audace espressione.







- 2017
- 2017
Le Melodie ebraiche, scritte da Heinrich Heine (1797-1856) quando era ormai prostrato dalla malattia, concludono il Romanzero, la sua ultima raccolta poetica, e rappresentano per certi versi il suo testamento spirituale nonché l’omaggio alla religione dei padri. In quest’opera il poeta cerca di far rivivere il mondo, che tanto lo affascinava, degli ebrei spagnoli nell’epoca aurea della cultura ebraica entro la sfera intellettuale araba. Le Melodie ebraicherappresentano pertanto una sorta di approdo spirituale dopo i tentativi di sganciarsi, attraverso la conversione, dal mondo ebraico, sentito come ostacolo alla piena integrazione nella società e nella cultura tedesca. Cantando i poeti ebrei di Spagna Heine riesce a ridare voce a una tradizione millenaria. Sarà dunque proprio il linguaggio della poesia il luogo privilegiato in cui l’ebraismo di Heine troverà una “patria” e un rifugio. Il saggio introduttivo di Liliana Giacoponi si sofferma in particolare su un’identità scissa tra ebraismo e germanesimo, mostrando come il rapporto complesso con l’ebraismo, a partire dall’opera giovanile Almansor del 1820 e dal Rabbi di Bacharach (già iniziato negli anni fra il 1824 e il 1826 ma pubblicato solo nel 1840), caratterizzi comunque l’opera di Heine. La traduzione di Giorgio Calabresi qui utilizzata è accompagnata da un apparato di note che permette di ricostruire, in maniera meticolosa, il contesto in cui si muove l’autore.
- 2005
SE - 193: Il Rabbi di Bacherach
- 86pagine
- 4 ore di lettura
Con quest'opera Heine intende dar voce al "cupo canto di martirio" del popolo ebraico, destare la memoria di "millenni di dolore", toccare il cuore di ogni uomo: "Sarà ben lungo," scrive il 25 ottobre 1824 all'amico Moses Moser, "un grosso volume, e porto quest'opera in petto con amore indicibile. È frutto d'amore e non di vanagloria. Ma proprio in quanto frutto d'amore sarà un'opera immortale, una lampada eterna nel Tempio di Dio". Ma il lavoro sembra procedere a fatica e viene interrotto nel 1826. Quando a Parigi, nel 1840, riprende il Rabbi e lo pubblica come frammento, Heine è ormai uno scrittore europeo; la questione ebraica, nella nuova prospettiva, è per lui solo parte del più generale compito del tempo: l'emancipazione di tutta l'umanità.
- 1995
- 1994
- 1993