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Theodor W. Adorno

    11. září 1903 – 6. srpen 1969

    Theodor W. Adorno emerse come un filosofo e critico sociale tedesco fondamentale nell'era post-Seconda Guerra Mondiale. La sua influenza affonda le radici nella natura interdisciplinare della sua ricerca e nella sua appartenenza alla Scuola di Francoforte. Esaminò rigorosamente le tradizioni filosofiche occidentali e offrì una critica radicale della società occidentale contemporanea. Inizialmente ostacolata da traduzioni inaffidabili, l'opera di Adorno ha visto una rinascita nei paesi di lingua inglese, con traduzioni migliorate e pubblicazioni postume che ne consolidano l'impatto sull'epistemologia, l'etica, l'estetica e la teoria culturale.

    Theodor W. Adorno
    Note per la letteratura
    I seminari della Scuola di Francoforte
    Benjamin, il cinema e i media
    Alban Berg
    Metafisica
    Terminologia filosofica
    • 2019

      Ciò che fa Beckett non ha più nulla a che vedere con il rispecchiamento della realtà. Beckett è la realtà.Il nulla positivo raccoglie per la prima volta in un unico volume tutti gli scritti che il grande filosofo Theodor W. Adorno ha dedicato a Samuel Beckett, lo scrittore da lui ritenuto il più rappresentativo delle complesse vicende dell’arte nella seconda metà del Novecento. Un libro impossibile, vagheggiato e mai portato a termine, che comprende – accanto al celebre e fondamentale Tentativo di capire il «Finale di partita», e a passi scelti della Teoria estetica – la trascrizione di un’accesissima e sorprendente conversazione televisiva e un’inedita lettura de L’innominabile. Un quartetto di testi che intona finalmente nella sua completezza lo spartito dell’articolata interpretazione adorniana di Beckett.In queste pagine il pensatore francofortese si conferma un critico di raro acume, rivelandosi anche un lettore appassionato in grado di mettere in luce – tanto sul piano estetico quanto su quello politico – il nucleo intorno al quale orbita la prosa beckettiana: un «nulla positivo» che esprime la condizione umana nella sua nuda realtà, senza orpelli né illusioni. Un nulla capace ancora oggi di scardinare ideologie e pensieri unici ribadendo i dirompenti doveri dell’arte.

      Il nulla positivo
    • 2016

      "Sei treu, sii fedele!" sussurra Alberich a Hagen nella I scena del II atto del "Crepuscolo degli dei", e Berg in una cartolina aveva mandato a Adorno il passo con il monito, citando però la musica senza le parole, e mettendo in imbarazzo il giovane allievo che tardò a riconoscerla. Fedele Adorno fu davvero, anche dopo la morte di Berg: fedele innanzitutto all'intuizione che lo aveva spinto nel 1925 a sceglierlo come insegnante di composizione, essendo fin da allora (prima del successo del "Woozzeck") ben consapevole della straordinaria grandezza del compositore viennese. Berg fu per Adorno il punto di riferimento negli anni della più intensa vocazione di compositore; il giovane Adorno fu per Berg un intellettuale capace di riconoscere e divulgare la grandezza dei protagonisti della Scuola di Vienna e un musicista dotato di autentico talento compositivo. Con una nota di Paolo Petazzi.

      Sii fedele
    • 2014

      Si ripropone qui una importante e ormai classica tre saggi in cui il grande filosofo francofortese si cimenta con il pensiero hegeliano, offrendone una difesa lucida e serrata. Se nel primo studio predomina un'analisi storico-filosofica dei temi obbligati della riflessione di Hegel, il secondo affronta il tema dell'esperienza - in particolare di quella scientifica vista in rapporto con la filosofia idealistica. Il terzo saggio pone infine sotto la lente il problema di come mettere a frutto l'oscura densità del linguaggio hegeliano.

      Tre studi su Hegel
    • 2012

      Nell'interpretazione di Adorno le linee di fondo del Novecento musicale sono rappresentate da due figure contrapposte, Schönberg e Strawinsky, la cui opera, profondamente immersa nella dialettica storica, riflette le ansie, i timori, le contraddizioni e la violenza del tempo. I due compositori, attraverso la musica, rivelano in vario modo la crisi del soggetto, minacciato da forme di dominio che avversano o spengono ogni aspirazione alla libertà

      Filosofia della musica moderna
    • 2012

      Ma “che cos’è la letteratura?” Adorno riprende la celebre questione posta da Sartre per contestare tanto le ipotesi del filosofo francese quanto quelle, apparentemente distanti, di Lukács. Per entrambi, infatti, l’arte avrebbe il compito di tirare fuori dal suo nascondimento qualcosa di invisibile, celato, ma che era già lí. La “decisione” dell’essere umano per il primo; la realtà della struttura economica – di cui la letteratura sarebbe il rispecchiamento per Lukács. Ma sia l’uno che altro filosofo, secondo Adorno, tradiscono la verità della letteratura. “L’arte non rispecchia: inventa – scrive Sergio Givone nell’introduzione a questa nuova edizione delle “Note”. Non strappa la maschera: la indossa. Semmai prospetta il mondo nella luce nera di ciò che il mondo non è”. Una scelta dei saggi più importanti di Adorno dedicati alla letteratura; alla selezione dei testi dalla precedete edizione si aggiungono gli “Appunti su Kafka”, ai quali Adorno pose mano fra il 1942 e il 1953.

      Note per la letteratura
    • 2012

      "L'interpretazione della figura di Adorno astretta a quella di un severo moralista che con accademica alterigia disprezza il momento della diffusione culturale, l'arte di massa e la musica di consumo, è diventata una filastrocca, una canzone da organetto. Certo, sarebbe una sonora sciocchezza affermare che tale interpretazione sia priva di fondamento. Non lo è affatto. Ma il vero punto dirimente è che ormai questa lettura sembra essere passata in giudicato, ha assunto per la vulgata postmodernista la certezza del dogma, dell'articolo di fede: Adorno era solo un pessimista elitario e amareggiato in cerca di conferme per avvalorare la propria repulsione verso i consumi di massa e la riproducibilità tecnologica ad essi strettamente connessa, uno snob che arriccia il naso appena sente odore di musica popolare. Ma siamo sicuri che le cose stiano davvero così? È una condotta intellettualmente corretta quella di fargli il quarto grado con la pistola puntata alla tempia sull'importanza e i destini dell'arte non auratica, dimenticandosi del fatto che proprio Adorno è stato uno dei pochissimi filosofi del Novecento ad aver affrontato la materia con adeguati strumenti teorici e ad aver perfettamente compreso che quella e non altra era la sfida del secolo?" (Dalla prefazione di Massimo Carboni)

      Long Play e altri volteggi della puntina