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Horst Bredekamp

    29 aprile 1947
    Nostalgia dell'antico e fascino della macchina
    Berlino città mediterranea
    Pegasus / Pegasus 18/19
    Immagini che ci guardano
    Botticelli, La primavera
    Calcio fiorentino
    • Uno fra i più autorevoli storici dell'arte dei nostri giorni si interroga sul perché l'idea stessa di immagine, il suo fascino e la sua potenza siano temi sempre attuali. Questo dipende in primo luogo dall'inedita predominanza del visuale in tutti gli ambiti del nostro quotidiano. Ma dietro si annida un problema più profondo e paradossale: le immagini, in quanto artefatti, non possiedono vita propria, eppure sviluppano una presenza che le differenzia e le eleva rispetto alla materia inanimata. Da qui l'aspettativa che la riflessione possa spingersi oltre il livello del puro sguardo, della mera contemplazione. Nell'apparente conflitto tra fissità e vitalità sta il vero potere attivo delle immagini. Partendo da questo presupposto, Horst Bredekamp sviluppa una teoria dell'atto iconico complementare a quella dell'atto linguistico e distingue tre aree in cui le immagini operano attivamente: la vita artificiale, lo scambio di immagine e corpo e l'energia autonoma della forma. Il volume rappresenta la summa di decennali ricerche sulla fenomenologia delle immagini e sulla loro forza intrinseca

      Immagini che ci guardano
    • Berlino è famosa per essersi ogni volta radicalmente reinventata. È accaduto dopo l’ascesa a residenza reale prussiana, dopo l’unificazione dell’Impero, l’abdicazione del Kaiser, le devastazioni della Seconda guerra mondiale e la caduta del Muro. Una forte tradizione ha tuttavia orientato lo sviluppo architettonico della città in ogni epoca: lo sguardo rivolto all’arte dei Paesi mediterranei. Basta una passeggiata per scoprire i molti, sorprendenti parallelismi: dal castello barocco di Schlüter (Roma antica!) passando per il Forum Fridericianum e il teatro anatomico della scuola veterinaria (Palladio!), fino alla ricostruzione della Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche dopo il 1945 e all’ala progettata da Franco Stella per il castello riedificato. Horst Bredekamp mette in luce inedite analogie e scrive la storia di una passione mediterranea capace di plasmare uno scenario urbano inconfondibile, legato a doppio filo non solo con il potere e le sue rappresentazioni, ma anche con il desiderio e recondite speranze.

      Berlino città mediterranea
    • Qual è il futuro dell'arte? E in che modo le nuove tecnologie stanno cambiando il modo di guardare? Per rispondere a queste domande, è necessario risalire alla frattura tra arte e tecnica, gioco e utilità, che si è aperta in epoca moderna. Guidato da questa idea, Horst Bredekamp perlustra le Kunstkammern rinascimentali, collezioni eclettiche nate in tutta l'Europa aristocratica per includere curiosità naturali e prodotti dell'ingegno umano, e in cui le opere d'arte compaiono accanto ai ritrovati della tecnica e alle manifestazioni più esotiche del mondo biologico. Espressione della vertigine catalogica non ancora divenuta utopia - sogno di catturare il mondo in un elenco, in un'enciclopedia -, la Kunstkammer ambiva a rispecchiare l'universo accostando materiali eterogenei, provenienti da epoche e luoghi diversi, e pertanto a riprodurre la continuità nell'evoluzione, dalla natura alla macchina. Nelle pagine di questo libro, Bredekamp illumina la stretta parentela tra l'ammirazione per le sculture antiche e l'attrazione esercitata dalle macchine, individuandone il materiale connettivo nell'idea dell'uomo come "secondo dio" che, in quanto creatore, infrange le barriere tra natura, arte e tecnica. Questa logica entra in crisi quando l'industrializzazione impone il criterio dell'utilità, relegando l'arte nello spazio angusto, ancorché nobile, del è la fine delle "camere delle meraviglie" e l'inizio del moderno museo.

      Nostalgia dell'antico e fascino della macchina
    • Leviathan

      Body politic as visual strategy in the work of Thomas Hobbes

      Horst Bredekamp's subject is the surprising resonance of the image of the embodied state that dominates the frontispiece to Leviathan: the treatise on humanity in its "political" dimension published in 1651 by the English philosopher Thomas Hobbes. Opening with a succinct exposition of how intimately this image is related to some of the fundamental themes addressed by Hobbes, Bredekamp then rigorously pursues the art-historical question of the authorship of the title-page. In the central chapters, the frontispiece is assessed in relation both to venerable visual and intellectual traditions and to some of the scientific innovations of the mid-17th century. The conclusion is devoted to the importance of several of the most far-reaching preoccupations of Hobbes as a profound and original thinker.

      Leviathan
    • A Galileo Forgery

      • 102pagine
      • 4 ore di lettura

      Galileo’s O, Volume III, is perhaps without peer in the history of the book. In this work, historians in various fields revise the results they presented in the first two volumes, which focused on the New York copy of Sidereus Nuncius, written in 1610. The analysis of this book was conceived as a uniquely multidisciplinary and cooperative undertaking, and many of its findings remain valid. Yet the subject of analysis proved to be the work of an international group of forgers. Volume III describes the chronology and methods by which the discovery of forgery was made – a veritable watershed moment in the continuing struggle between the ever-more refined methods of forgers and new methods used to apprehend them. Ultimately, the work also provides insight into the psychology of specialists who “research themselves” in order to prevent similar errors in the future.

      A Galileo Forgery
    • Die Publikation stellt eine Auswahl der großformatigen Gemälde und zahlreichen Arbeiten auf Papier Tom Drake Bennetts vor, die 2002/03 entstanden sind. Der 1952 in England geborene Maler irischer Abstammung, der heute in Berlin und Irland lebt, verfolgt in seinen aktuellen Arbeiten gestalterische Ideen, die sich zuerst bei einem Aufenthalt als Artist in residence im irischen Cork im Winter 2000/01 entwickelten und in der Folge eine neue Werkgruppe entstehen ließen. Im Zentrum des Buches stehen zwei Annäherungen an seine Arbeit und Person: Die Kunstkritikerin und Kunsthistorikerin Doris von Drathen widmet sich unter dem Titel 'Im Exil der Sprache' den Leinwandarbeiten in Öl und Acryl. Der Kunsthistoriker Horst Bredekamp nähert sich dem aktuellen Schaffen des Künstlers über minutiöse Spurensuche vor allem in den vielschichtigen Gouachen/Collagen und hat dabei 'Vexierspiele im Naturraum des Zufalls' entdeckt.

      Tom Drake Bennett 2002-2003
    • Focusing on the baroque Kunstkammer, this text delves into the interplay of art, science, and scholarship in early modern Europe, highlighting how these collections of curiosities reflect the era's intellectual pursuits. It posits that the Kunstkammer serves as a precursor to contemporary cyberspace, suggesting that the ways in which knowledge and creativity were curated and displayed in the past continue to influence modern digital experiences.

      The Lure of Antiquity and the Cult of the Machine