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Horst Bredekamp

    29 aprile 1947
    Nostalgia dell'antico e fascino della macchina
    Berlino città mediterranea
    Pegasus / Pegasus 18/19
    Immagini che ci guardano
    Botticelli, La primavera
    Calcio fiorentino
    • 2019
    • 2019

      Berlino è famosa per essersi ogni volta radicalmente reinventata. È accaduto dopo l’ascesa a residenza reale prussiana, dopo l’unificazione dell’Impero, l’abdicazione del Kaiser, le devastazioni della Seconda guerra mondiale e la caduta del Muro. Una forte tradizione ha tuttavia orientato lo sviluppo architettonico della città in ogni epoca: lo sguardo rivolto all’arte dei Paesi mediterranei. Basta una passeggiata per scoprire i molti, sorprendenti parallelismi: dal castello barocco di Schlüter (Roma antica!) passando per il Forum Fridericianum e il teatro anatomico della scuola veterinaria (Palladio!), fino alla ricostruzione della Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche dopo il 1945 e all’ala progettata da Franco Stella per il castello riedificato. Horst Bredekamp mette in luce inedite analogie e scrive la storia di una passione mediterranea capace di plasmare uno scenario urbano inconfondibile, legato a doppio filo non solo con il potere e le sue rappresentazioni, ma anche con il desiderio e recondite speranze.

      Berlino città mediterranea
    • 2016

      Qual è il futuro dell'arte? E in che modo le nuove tecnologie stanno cambiando il modo di guardare? Per rispondere a queste domande, è necessario risalire alla frattura tra arte e tecnica, gioco e utilità, che si è aperta in epoca moderna. Guidato da questa idea, Horst Bredekamp perlustra le Kunstkammern rinascimentali, collezioni eclettiche nate in tutta l'Europa aristocratica per includere curiosità naturali e prodotti dell'ingegno umano, e in cui le opere d'arte compaiono accanto ai ritrovati della tecnica e alle manifestazioni più esotiche del mondo biologico. Espressione della vertigine catalogica non ancora divenuta utopia - sogno di catturare il mondo in un elenco, in un'enciclopedia -, la Kunstkammer ambiva a rispecchiare l'universo accostando materiali eterogenei, provenienti da epoche e luoghi diversi, e pertanto a riprodurre la continuità nell'evoluzione, dalla natura alla macchina. Nelle pagine di questo libro, Bredekamp illumina la stretta parentela tra l'ammirazione per le sculture antiche e l'attrazione esercitata dalle macchine, individuandone il materiale connettivo nell'idea dell'uomo come "secondo dio" che, in quanto creatore, infrange le barriere tra natura, arte e tecnica. Questa logica entra in crisi quando l'industrializzazione impone il criterio dell'utilità, relegando l'arte nello spazio angusto, ancorché nobile, del è la fine delle "camere delle meraviglie" e l'inizio del moderno museo.

      Nostalgia dell'antico e fascino della macchina
    • 2015

      Uno fra i più autorevoli storici dell'arte dei nostri giorni si interroga sul perché l'idea stessa di immagine, il suo fascino e la sua potenza siano temi sempre attuali. Questo dipende in primo luogo dall'inedita predominanza del visuale in tutti gli ambiti del nostro quotidiano. Ma dietro si annida un problema più profondo e paradossale: le immagini, in quanto artefatti, non possiedono vita propria, eppure sviluppano una presenza che le differenzia e le eleva rispetto alla materia inanimata. Da qui l'aspettativa che la riflessione possa spingersi oltre il livello del puro sguardo, della mera contemplazione. Nell'apparente conflitto tra fissità e vitalità sta il vero potere attivo delle immagini. Partendo da questo presupposto, Horst Bredekamp sviluppa una teoria dell'atto iconico complementare a quella dell'atto linguistico e distingue tre aree in cui le immagini operano attivamente: la vita artificiale, lo scambio di immagine e corpo e l'energia autonoma della forma. Il volume rappresenta la summa di decennali ricerche sulla fenomenologia delle immagini e sulla loro forza intrinseca

      Immagini che ci guardano
    • 1996