Franz Kafka Libri







• America • Il processo • Il castello • Racconti pubblicati dall’autore • Racconti pubblicati frammentariamente • Racconti postumi • Considerazioni sul peccato, il dolore, la speranza e la vera via • Gli otto quaderni in ottavo • Frammenti da quaderni e fogli sparsi • Paralipomeni Questo libro raccoglie l’opera narrativa di uno tra i maggiori scrittori del Novecento, colui che più di ogni altro ha dato voce alle inquietudini dell’uomo moderno. America (iniziato nel 1910 e pubblicato nel 1927), Il processo (scritto tra il 1914 e il 1915, pubblicato nel 1924), e Il castello (scritto nel 1922 e pubblicato nel 1926) sono ormai tra i più celebri romanzi della letteratura moderna, in cui ritorna, pur sotto differenti trame, il tema dell’angoscia per una persecuzione assurda e incomprensibile. Lo sguardo appassionato e acuto e l’intelligenza profonda del giovane Franz svelano e rendono altissima letteratura le contraddizioni, i drammi, la violenza e la stupidità nascosti sotto le apparenze del reale. Un posto di rilievo nell’opera di Kafka spetta anche ai racconti, molti dei quali, come La metamorfosi, Nella colonia penale, Il messaggio imperiale, sono veri capolavori. Completano il volume le raccolte di aforismi, pensieri, appunti, alcune pubblicate nella forma voluta dall’autore (come le Considerazioni), altre curate dopo la sua morte dall’amico Max Brod.
Lettera al padre
- 88pagine
- 4 ore di lettura
La mai spedita Lettera al padre (1919) è considerata dai critici la chiave dell'opera letteraria di Franz Kafka (1883-1924). Questo documento di un drammatico conflitto padre-figlio è una pagina unica e impressionante della letteratura universale. Accusa e insieme autoanalisi spietata, questa lettera apre a chi legge uno spiraglio sulla complessa vita mentale dell'autore. In uno stile incalzante e di forza quasi magnetica, Kafka fa i conti con un padre autoritario, dalla cui figura tirannica e prepotente si sente sovrastare: «Alle volte mi immagino un planisfero tutto spiegato e te disteso sopra di traverso».
Il processo
- 244pagine
- 9 ore di lettura
Josef K., condannato a morte per una colpa inesistente, è vittima del suo tempo. Sostiene interrogatori, cerca avvocati e testimoni, soltanto per riuscire a giustificare il suo delitto di "esistere". Ma come sempre avviene nella prosa di Kafka, la concretezza incisiva delle situazioni produce, su personaggi assolutamente astratti, il dispiegarsi di una tragedia di portata cosmica. E allora tribunale è il mondo stesso, tutto quello che esiste al di fuori di Josef K. è processo: non resta che attendere l'esecuzione di una condanna da altri pronunciata.
K., ricevuto l'incarico di agrimensore, giunge al villaggio ai piedi del Castello governato dal Conte West-West e dai suoi sfuggenti emissari. Ma ogni tentativo di dare un senso alla sua chiamata si frammenta in un labirinto di domande senza risposta, vani sforzi e atti inopportuni. Dietro alla sua trama - un insolubile enigma, il cui significato, per un gioco di specchi, rimanda continuamente a se stesso - traspaiono la spietata passione di Kafka per la disamina della verità, ma anche, allegoricamente, l'illogicità paradossale dell'esistenza. Il testo è accompagnato da un'appendice che riporta, con ricchezza inedita in Italia, le varianti e i passi soppressi dall'autore.
Sul balcone della pensione Ottoburg di Merano, dove si era recato per un soggiorno di cura, Kafka scrisse, a partire dall'aprile del 1920, le prime lettere a Milena Jesenská Pollak, una giovane traduttrice ceca che aveva conosciuto a Praga. Amici e amiche così la descrivono: "Fu prodiga di tutto in misura incredibile: della vita, del denaro, dei sentimenti ... Non considerava vergogna avere sentimenti profondi. L'amore era per lei un che di chiaro, di ovvio". Kafka ne completa il ritratto: "Lei è un fuoco vivo come non ne ho mai visti". Prima di Milena ci furono altre donne nella vita di Kafka, ma nessun'altra riuscì a scandagliare così in profondità l'animo di un uomo costretto all'ascesi non per vocazione o come scelta di un atto eroico, ma per l'incapacità di scendere a compromessi. Le Lettere a Milena sono la cronistoria di un amore complesso, profondo e che già prima di iniziare sembrava destinato a finire.
Il 14 agosto 1912 Franz Kafka affida a un editore di Lipsia i diciotto testi intitolati "Betrachtung". Costituiranno il suo primo libro, che dedicherà a Max Brod. Stupore, irritazione, ammirazione furono le reazioni suscitate all'epoca da questa pubblicazione. Sono vere e proprie miniature poetiche che mettono in risalto l'aspetto precursore dell'opera di Kafka. Vi si trovano riuniti, in un'atmosfera di libertà sperimentale, tutti i modelli e i temi narrativi presenti nei maggiori libri dell'autore. In una lettera a Felice Bauer del 29 dicembre 1912 Frank Kafka scrive a proposito di "Meditazione": "C'è invero un deplorevole disordine, o meglio, ci sono lampi di luce in una confusione infinita e bisogna veramente guardare molto da vicino per vederci qualcosa"
„Als Gregor Samsa eines Morgens aus unruhigen Träumen erwachte, fand er sich in seinem Bett zu einem ungeheueren Ungeziefer verwandelt. Er lag auf seinem panzerartig harten Rücken und sah, wenn er den Kopf ein wenig hob, seinen gewölbten, braunen, von bogenförmigen Versteifungen geteilten Bauch, auf dessen Höhe sich die Bettdecke, zum gänzlichen Niedergleiten bereit, kaum noch erhalten konnte. Seine vielen, im Vergleich zu seinem sonstigen Umfang kläglich dünnen Beine flimmerten ihm hilflos vor den Augen.“ In diese Ausgabe der berühmten Kafka-Erzählung wurde auch die Rückverwandlung des Gregor Samsa, die im Prager Tagblatt erschienene Fortsetzung der Erzählung aus der Feder des früh an Kehlkopftuberkulose verstorbenen Karl Brand (1895–1917), eines Bekannten Kafkas, mitabgedruckt.
Questo volume presenta una selezione della prima e più celebre raccolta di racconti di Kafka che sia apparsa in Italia, e contiene i seguenti testi: Nella colonia penale; Il nuovo avvocato; Un medico di campagna; In galleria; Un vecchio foglio; Davanti alla legge; Sciacalli e Arabi; Visita nella miniera; Il prossimo villaggio; Il messaggio dell'imperatore; L'affanno del padre di famiglia; Undici figli; Un fratricidio. «L’imperatore – così dice la leggenda – ha inviato a te, singolo individuo, miserabile suddito, ombra minuscola fuggita dall’abbagliante sole imperiale nelle più remote lontananze, proprio a te ha inviato un messaggio dal suo letto di morte»



