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Arthur Schnitzler

    15 maggio 1862 – 21 ottobre 1931

    Arthur Schnitzler è stato un autore e drammaturgo austriaco la cui opera esplora a fondo i temi dell'amore e della morte. Fu un pioniere nell'impiego della tecnica del flusso di coscienza nella narrativa tedesca, offrendo ai lettori uno sguardo intimo sulla vita interiore dei suoi personaggi. Le opere teatrali e le novelle di Schnitzler, spesso controverse per le loro descrizioni schiette della sessualità e la loro forte posizione contro l'antisemitismo, approfondiscono le complessità della psiche umana e i dilemmi morali. Il suo approccio innovativo e la sua maestria nelle forme più brevi lo rendono una voce distintiva della letteratura moderna.

    Arthur Schnitzler
    Il ritorno di Casanova
    Doppio sogno
    La signorina Else
    La signora Berta Garlan
    Fama tardiva
    Sogni
    • 2016

      Fink und Fliederbusch, commedia in tre atti pubblicata per la prima volta in italiano a cura di Fabrizio Cambi, porta letteralmente in scena il «doppio», amara metafora del relativismo che non risparmia neppure le intime certezze del singolo. Arthur Schnitzler, figlio di un medico e medico egli stesso, fu definito da Freud il suo «doppio», capace di sapere «per intuizione – ma in verità a causa di una raffinata percezione di sé – tutto ciò che io con faticoso lavoro ho scoperto negli altri uomini.» Racconti e novelle come Morire (1892), Fuga nelle tenebre (1912), il monologo interiore La signorina Else (1924) e il romanzo Therese (1928) sono la perfetta mediazione letteraria tra questa capacità analitica e nuove tecniche di narrazione da essa derivanti. Ma il ruolo di «doppio» freudiano si addice in particolare all’autore per il teatro, che seppe mettere in scena le contraddizioni della morale borghese, i fantasmi e i tabù della società viennese dalla fine del secolo agli anni di guerra e della dissoluzione dell’Impero asburgico. Fink und Fliederbusch, commedia in tre atti pubblicata per la prima volta in italiano a cura di Fabrizio Cambi, porta letteralmente in scena il «doppio», amara metafora del relativismo che non risparmia neppure le intime certezze del singolo. Farsa e satira insieme, è una critica sferzante dei media di inizio secolo e in particolare della stampa viennese.

      Fink e Fliederbusch
    • 2015

      Un riconoscimento postumo: ecco quello che si annuncia per questo testo di Arthur Schnitzler, da lui scritto a trentadue anni e finora inedito. E una fama tardiva, ironicamente, sembra toccare in sorte all’attempato protagonista, Eduard Saxberger. Borghese abitudinario, impiegato modello, assiduo frequentatore del solito caffè, Saxberger durante la solitaria giovinezza aveva accarezzato qualche ambizione letteraria e pubblicato una raccolta di poesie dall’inflazionato titolo di Wanderungen, «Passeggiate». Ma il tempo trascorso, o la tacita presa di coscienza della propria mediocrità, gli ha fatto quasi dimenticare quella prova giovanile. Se non che, con una copia del libro tra le mani, si presenta al «vecchio poeta» un giovane che si dichiara suo estimatore e, insieme alla vivace cerchia di amici, tutti sedicenti artisti, lo convince a tornare alla ribalta. Saxberger non resiste alla narcisistica tentazione e, a dispetto della sua totale estraneità alla bohème della «Giovane Vienna», accetta di farsi chiamare «maestro», di tenere letture pubbliche, di partecipare a dibattiti, di cimentarsi nella creazione di nuovi versi. Divertita denuncia della fatuità del mondo letterario dell’epoca, ritratto di grande finezza psicologica dei dubbi e delle paure che accompagnano la tensione creativa, questo testo colpisce e conquista per la sua straordinaria modernità e verità.

      Fama tardiva
    • 2012
    • 2006
    • 2005

      Pubblicato per la prima volta nel 1924, "La signorina Else" è considerato uno dei capolavori di Arthur Schnitzler. Scritto con la tecnica del monologo interiore, capace di evocare con immediatezza stati d'animo ed emozioni dei personaggi, il romanzo racconta la vicenda della giovane Else, figlia di una famiglia dell'alta borghesia austriaca, alla quale, mentre sta trascorrendo una vacanza in montagna insieme con la zia, piomba addosso la richiesta di salvare il padre avvocato dall'imminente bancarotta. È la madre stessa, in una lettera dai toni disperati, a chiederle in pratica di vendersi per trovare il denaro necessario.

      Biblioteca Economica Newton - 161: La signorina Else - Edizione integrale
    • 2002

      Un giovane medico e sua moglie, belli, innamorati e felici, al ritorno da una festa in maschera prendono a raccontarsi episodi - non si sa se realmente accaduti o se frutto di fantasia - che fino a quel momento non si erano reciprocamente confessati. Si innesca in tal modo per ambedue, quasi al di là della loro volontà o coscienza, una spirale visionaria fatta di maschere sommamente inquietanti, di ambienti misteriosi e segreti, di desideri repressi venuti improvvisamente alla luce, di tensioni erotiche rimaste per tanto tempo sotterranee: una spirale che raggiunge il suo acme in una notte in cui la verità delle proprie pulsioni non può più essere dissimulata, e che perciò cambierà profondamente la vita dei due coniugi. Sigmund Freud aveva esitato a lungo prima di incontrare Arthur Schnitzler per una sorta di «timore del sosia». E in effetti forse mai scrittore è riuscito a rappresentare con maggior evidenza e tangibilità i fantasmi dell’inconscio, forse mai narratore è arrivato tanto in profondità nel far emergere il “rimosso” e farne materia quasi esclusiva di racconto. Doppio sogno trova in questa difficile impresa una misura e un equilibrio espressivo pressoché perfetti: nonostante le ridotte dimensioni, resta un classico novecentesco fra i più importanti e coinvolgenti, certo uno degli esiti più alti e maturi della grande civiltà letteraria mitteleuropea.

      La Biblioteca di Repubblica - 1: Doppio sogno