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Serena Vitale

    1 gennaio 1945

    Serena Vitale è un'autrice e traduttrice italiana la cui opera è profondamente intrecciata con la letteratura e la cultura russa. In qualità di professoressa di letteratura russa, analizza e traduce meticolosamente voci russe chiave, rendendo accessibile il loro ricco patrimonio letterario. I suoi scritti, informati da questa profonda comprensione, esplorano narrazioni uniche e sfumature culturali. Vitale eccelle nel collegare il rigore accademico con una narrazione avvincente, affermandosi come una figura significativa nello scambio letterario tra Italia e Russia.

    Serena Vitale
    A Mosca, a Mosca!
    I Grandi Tascabili - 225: Il libro del riso e dell'oblio
    La casa di ghiaccio
    Il valzer degli addii
    Il bottone di Puškin
    Gatti in crisi d'identità - Tre racconti, due gatti e novanta cartigli
    • 2010

      A Mosca, a Mosca!

      • 238pagine
      • 9 ore di lettura

      È il 1967 quando Serena Vitale, all'ultimo anno di università, arriva nella Mosca brezhneviana, in piena Guerra fredda, con una borsa di studio e un incondizionato amore per la cultura russa. Capisce subito che prima di occuparsi di letteratura dovrà imparare a non cadere nelle trappole dell'assurdo quotidiano, a farsi accogliere come amica da chi, morto Stalin da ormai quindici anni, ancora ritiene criminale intrattenere rapporti con una borghese in paltò di lapin sbarcata da un'ignota kapstranà (Paese capitalista). E a tenere la bocca chiusa le orecchie del KGB sono dappertutto - ma gli occhi ben aperti. Offrendoci, attraverso la straordinaria lente della letteratura, uno sguardo acutissimo su ogni figura, ogni parola, schivando le tentazioni della prosa autobiografica e dosando con sapienza i registri dell'ironia e del grottesco, Serena Vitale ci conduce attraverso quarant'anni di storia russa in una galleria di racconti che sono come i movimenti di un'unica sonata: un romanzo felicemente inconsueto che restituisce l'immagine viva della Russia sovietica, negli aspetti più paradossali e tragicomici della vita di ogni giorno come in quelli più drammatici dell'ideologia, della cultura, della censura, fino ai nostri giorni, alla generazione dei nuovi ricchi e dei milioni di poveri senza voce.

      A Mosca, a Mosca!
    • 2008

      Un felino in crisi esistenziale, un invadente convitato peloso, una nonna vendicativa troppo affettuosa con la gatta delle graffianti, sornioni, beffardi, talvolta spietati, i tre racconti di Serena Vitale ci svelano il lato più ironico e solare di una signora della letteratura italiana, che si rivela con questo libro anche zarina indiscussa della letteratura gattesca. Ispirati alle centinaia di miniature ad acquerello dipinte per lei dal marito Vladimir Novàk, i racconti danno voce e movimento alla portentosa e multiforme galleria di felini trasformisti, creati dal pittore boemo per coprire le scritte che campeggiano minacciose sui pacchetti di sigarette. Protagonisti assoluti i due gatti di casa, i persiani Nina e Yorick, "musi ispiratori" dell'artista, i quali di volta in volta assumono vesti e personalità diverse, pur restando quello che sempre eleganti, indipendenti, affettuosi, indispensabili compagni di vita.

      Gatti in crisi d'identità - Tre racconti, due gatti e novanta cartigli
    • 2000

      La storia segreta del duello in cui Puškin perse la vita. «Il montaggio della Vitale è perfetto, generoso e stringente insieme. Da lettere, diari, memorie, rapporti della polizia segreta escono personaggi memorabili, frivole figurette, loschi maneggioni, spie, provocatori, potenti cortigiani, servi sciocchi. È la società stravagante e fastosa che ritroveremo in Tolstoj, ma è anche un coro del teatro classico: informatissimo e profetico, osserva impotente gli eventi precipitare giorno per giorno, ora per ora, dalla commedia, talvolta farsa, di costume, al compimento della tragedia entro un breve spiazzo sgombrato dalla neve, il 27 gennaio 1837» (Carlo Fruttero, Franco Lucentini).

      Il bottone di Puškin
    • 2000

      "La casa di ghiaccio" è un'immagine della Russia del passato (XVIII e XIX secolo) e insieme un atto lucido, d'impietoso amore per la terra divenuta,dopo tanti anni di consuetudine con i suoi massimi scrittori, seconda patria spirituale dell'autrice. Lasciati sullo sfondo,quasi comparse, i grandi protagonisti della storia, Serena Vitale ridà vita a una variegata folla di personaggi apparentemente marginali nelle cui gesta, l'"anima russa" si rivela con l'evidenza dell'incubo o della follia. Il libro è basato su documenti e rigorose ricerche storiche, a dimostrare i misteriosi e complessi rapporti tra verità dei fatti e finzione romanzesca.

      La casa di ghiaccio
    • 1997

      Il valzer degli addii

      • 246pagine
      • 9 ore di lettura

      "C.S.: Lei non ha parlato quasi per nulla del "Valzer degli addii". "M.K.: Eppure è il romanzo che in un certo senso mi è più caro. Come "Amori ridicoli", l'ho scritto con più divertimento, con più piacere degli altri. In un altro stato d'animo. Anche molto più in fretta." "C.S.: Ha solo cinque parti. "M.K.: Si fonda su un archetipo formale del tutto diverso da quello degli altri miei romanzi. E' assolutamente omogeneo, senza digressioni, composto di una sola materia, raccontato con lo stesso tempo, è molto teatrale, stilizzato, basato sulla forma del vaudeville." Milan Kundera, "L'arte del romanzo")

      Il valzer degli addii
    • 1992

      Di questo libro Kundera ha scritto: «Nel Libro del riso e dell’oblio, la coerenza dell’insieme è data unicamente dall’unicità di alcuni temi (e motivi), con le loro variazioni. È un romanzo, questo? Io credo di sì». E lo stesso vale per i numerosissimi lettori che questo libro ha avuto dal 1979 a oggi e che vi hanno riconosciuto una delle più audaci imprese letterarie del nostro tempo: un «romanzo in forma di variazioni». Cambiano totalmente i personaggi e le situazioni, in ciascuna delle sette parti in cui (come d’obbligo in Kundera) il libro si divide. Ciascuna è autosufficiente – e tutte si susseguono «come le diverse tappe di un viaggio che ci conduce all’interno di un tema, all’interno di un pensiero, all’interno di una sola e unica situazione la cui comprensione, per me, si perde nell’immensità». Su tutto, un gesto si mostra con peculiare insistenza: il tentativo di sottrarsi alla cancellazione di ciò che è avvenuto. Come dice un personaggio del romanzo: «la lotta dell’uomo contro il potere è la lotta della memoria contro l’oblio».

      I Grandi Tascabili - 225: Il libro del riso e dell'oblio