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Paradisi artificiali

Del vino e dell’hashish · Il poema dell’hashish · Un mangiatore d’oppio

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Il consumo di sostanze stupefacenti ha un peso centrale nell’esperienza poetica ed esistenziale di Baudelaire. Quando scrive le sue pagine sull’hashish – di cui condanna l’abuso – egli non ha mai intenti moralistici, ma essenzialmente estetici. Quello che a lui interessa è il potenziamento della creatività poetica attraverso l’ebrezza artificiale; quello che lui odia e teme è il risveglio, è la desolazione, è l’inferno della degradazione. Si disegna qui il dramma personale di Baudelaire, la sua consapevolezza di essere e di sentirsi lacerato fra i due opposti richiami di Dio e Satana, fra l’aspirazione a salire verso l’alto, l’infinito, e il gusto del peccato, il piacere di scendere in basso.

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Paradisi artificiali, Enrico Malizia, Massimo Colesanti, Charles Baudelaire

  • Muffa
Lingua
Pubblicato
1996
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(In brossura),
Condizioni del libro
Danneggiato
Prezzo
3,83 €

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