I politici politicanti italiani, quelli che Luigi Einaudi chiamava appunto «i Padreterni», sono sordi. Non riescono a capire. Non riescono a vedere, chiusi nel loro fortilizio, l’insofferenza montante dei cittadini. Quattro anni dopo La Casta, gli autori che prima e più di tutti ne hanno denunciato gli sprechi e gli abusi, smascherano punto per punto l’inadeguatezza di un potere che non riesce ad essere classe dirigente. La crisi infuria, l’euro vacilla, l’Italia è a rischio default. Urgono interventi, anche dolorosi, che la manovra correttiva del governo chiede a tutti i cittadini. Be’, non proprio a tutti: le misure che toccano le tasche dei politici vengono rinviate a un ipotetico futuro, e un golpe notturno elimina dalla manovra di Tremonti la norma che adegua le indennità dei parlamentari italiani a quelle, molto più basse, dei colleghi europei. Siamo davvero governati da una casta talmente abituata ai privilegi, da non rendersi conto che il proprio comportamento mette a rischio non solo il decoro, ma anche la tenuta delle istituzioni e della democrazia? Questo libro è un’invettiva che mette i politici e la politica (nazionale e locale) di fronte alle proprie responsabilità.
Sergio Rizzo Ordine dei libri





- 2011
- 2011
In Italia quando si nomina il conflitto d'interessi si pensa subito a Silvio Berlusconi, al suo strapotere televisivo e alle leggi ad personam, ma il Cavaliere è solo l'ultimo erede di un sistema consolidato che comprende politici, professionisti, manager, sportivi, giornalisti. I casi si magistrati che si arricchiscono con gli arbitrati, rettori universitari che amministrano gli atenei come beni di famiglia, imprenditori finanziati da banche di cui sono azionisti, società di brokeraggio presiedute dai loro clienti, medici che diventano strumento per aumentare i profitti delle case farmaceutiche, deputati e senatori che piegano con destrezza le leggi ai loro disegni. Sergio Rizzo conduce un'inchiesta attenta e senza precedenti nella giungla di enti, ministeri, aziende statali e parastatali e ordini professionali alla scoperta di una classe dirigente abituata a usare l'interesse pubblico per portare avanti i propri affari. Un libro-denuncia sulla situazione di un Paese che è diventato il paradiso dell'impunità.
- 2007
Che futuro ha un Paese dove la fame di poltrone ha spinto a inventare le comunità montane al livello del mare? Dove il Quirinale spende il quadruplo di Buckingham Palace? Dove una "lasagnetta al ragù bianco e scamorza" dello chef del Senato costa la metà di una pastasciutta alla mensa degli spazzini? Dove ci sono partiti nati dalla mutazione genetica di una bottega di cuoio e ombrelli? Dove conviene fiscalmente regalare soldi a una forza politica piuttosto che ai bambini lebbrosi? Che futuro ha un Paese così?