È l'autobiografia della Buber Neumann relativa agli anni 1937-1945 e racconta della sua esperienza nei campi di "rieducazione" sovietici e nel lager tedesco di Ravensbruck. Il libro prende le mosse dall'improvviso arresto a Mosca del marito Heinz, dirigente comunista, e dai mesi che l'autrice conduce prima di essere a sua volta arrestata e condannata a cinque anni di lavori forzati nel campo di Karaganda. La parte più drammatica del libro riguarda però i cinque anni trascorsi a Ravensbruck, dove fu rinchiusa dopo che l'Unione Sovietica la cedette alla Gestapo. Nella sezione dedicata a Ravensbruck ha gran parte la storia dell'amicizia con Milena Jesenka, la giornalista ceca amica di Kafka. La parte finale è dedicata al ritorno dopo la liberazione dal lager.
Margarete Buber-Neumann Ordine dei libri
21 ottobre 1901 – 6 novembre 1989
Margarete Buber-Neumann fu membro del Partito Comunista Tedesco durante la Repubblica di Weimar, profondamente coinvolta nelle vicende politiche. La sua vita fu segnata in modo indelebile dalla sopravvivenza ai campi di concentramento sia sovietici che nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la guerra, scrisse un memoriale che descriveva le sue strazianti esperienze, offrendo una cruda testimonianza della resilienza umana. Inoltre, svolse un ruolo cruciale come testimone nel significativo processo Kravchenko in Francia.







- 1994