Sta invecchiando il commissario Montalbano? No, non è questo. È l'amarezza per un caso dai retroscena sconcertanti e orrendi. È il saluto del nuovo secolo a questo Maigret siculo, più colto, più teso e irregolare. Egli indaga tra l'immaginaria Vigàta e Tindari, il promontorio a picco sul mare «col piccolo, misterioso teatro greco e la spiaggia a forma di una mano con le dita rosa». Un triplice omicidio è avvenuto - un giovane dongiovanni che viveva al di sopra dei suoi mezzi apparenti, due anziani pensionati seppelliti in casa che improvvisamente decidono una gita a Tindari. Li collega, sembra, solo un condominio. Ma Montalbano ha una maledizione, sa leggere i segni che provengono dall'antichissimo che vive nel modernissimo continente Sicilia: lo aiutano un vecchio ulivo contorto, la sua squadra, la svedese Ingrid, un libro di Conrad, e un Innominato senza pentimento.
Stephen Sartarelli Libri
Sartarelli è un acclamato traduttore il cui lavoro porta la ricchezza della letteratura italiana ai lettori di lingua inglese. È particolarmente noto per aver tradotto una serie di romanzi polizieschi di grande successo, rendendo accessibili narrazioni avvincenti e stili distintivi a un vasto pubblico. Le sue traduzioni fungono da ponti vitali, collegando culture e introducendo opere internazionali avvincenti. Il contributo di Sartarelli risiede nella sua capacità di catturare l'essenza delle opere originali e renderle con fedeltà e stile.




La voce del violino
- 241pagine
- 9 ore di lettura
La storia di una giovane donna assassinata, di un grande artista che vive da eremita e d’altro ancora. Soprattutto, una storia di scambi: e Montalbano dovrà decidere se scambiare la propria esistenza per una nuova. «Che la giornata non sarebbe stata assolutamente cosa il commissario Salvo Montalbano se ne fece subito persuaso non appena raprì le persiane della càmmara da letto. Faceva ancora notte, per l’alba mancava perlomeno un’ora, però lo scuro era già meno fitto, bastevole a lasciar vedere il cielo coperto da dense nuvole d’acqua e, oltre la striscia chiara della spiaggia, il mare che pareva un cane pechinese. Dal giorno in cui un minuscolo cane di quella razza, tutto infiocchettato, dopo un furioso scaracchìo spacciato per abbaiare, gli aveva dolorosamente addentato un polpaccio, Montalbano chiamava così il mare quand’era agitato da folate brevi e fredde che provocavano miriadi di piccole onde sormontate da ridicoli pennacchi di schiuma. Il suo umore s’aggravò, visto e considerato che quello che doveva fare in matinata non era piacevole: partire per andare a un funerale».
Caldo torrido, estenuante, sole implacabile: è questa la vampa del mese più infuocato della torrida estate siciliana, ma è anche l'ardore e la passione che infiammano Montalbano. Siamo in agosto, Mimì Augello ha dovuto anticipare le ferie e Montalbano è costretto a rimanere a Vigàta. Livia vorrebbe raggiungerlo, ma per non restare sola, con Montalbano sempre al lavoro, pensa di portare con sé un'amica (con marito e bambino) e chiede a Salvo di affittare una casa sul mare per loro. La vacanza scorre nella villetta sul mare, silenziosa, verde. Ma un giorno il bambino sparisce. Montalbano accorre e scopre in giardino un cunicolo che rivelerà clamorose sorprese tra cui un baule con il cadavere di una ragazza scomparsa sei anni prima.
Il primo omicidio letterario in terra di mafia della seconda repubblica - un omicidio eccellente seguito da un altro, secondo il decorso cui hanno abituato le cronache della criminalità organizzata - ha la forma dell'acqua («"Che fai?" gli domandai. E lui, a sua volta, mi fece una domanda. "Qual è la forma dell'acqua?". "Ma l'acqua non ha forma!" dissi ridendo: "Piglia la forma che le viene data"»). Prende la forma del recipiente che lo contiene. E la morte dell'ingegnere Luparello si spande tra gli alambicchi ritorti e i vasi inopinatamente comunicanti del comitato affaristico politico-mafioso che domina la cittadina di Vigàta, anche dopo il crollo apparente del vecchio ceto dirigente. Questa è la sua forma. Ma la sua sostanza (il colpevole, il movente, le circostanze dell'assassinio) è più antica, più resistente, forse di maggior pessimismo: più appassionante per un perfetto racconto poliziesco.