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Friedrich Christian Delius

    13 febbraio 1943 – 30 maggio 2022

    Friedrich Delius è uno scrittore tedesco acclamato la cui opera offre uno sguardo penetrante sulla storia e sulla società tedesca. La sua prosa, spesso ambientata in epoche storiche specifiche, esamina le complesse relazioni tra passato e presente. Delius impiega magistralmente il linguaggio, creando narrazioni atmosferiche che trascinano il lettore nelle profondità dei destini umani. La sua scrittura riflette una profonda comprensione della natura umana e delle dinamiche sociali.

    The pears of Ribbeck
    Portrait of the mother as a young woman
    The Pope's left hand
    La domenica che vinsi i mondiali
    La passeggiata da Rostock a Siracusa
    Il mio anno da assassino
    • 2008

      «La notte di San Nicola, all’imbrunire, ho ricevuto l’ordine di diventare assassino». Così inizia questo romanzo secco, intelligente e penetrante, che affronta argomenti scottanti come colpa, vendetta, giustizia, vita e morte. Il narratore è uno studente di Berlino, la vittima designata un ex giudice nazionalsocialista, assolto, nella Repubblica federale tedesca, dall’accusa di crimini di guerra dopo aver condannato a morte Georg Groscurth, l’ex medico personale di Rudolf Hess, diventato membro della resistenza. Per la scrittura di questo romanzo – gremito di riferimenti e di personaggi storici realmente esistiti, a cominciare dal giudice che deve essere assassinato o dal medico di Hess – Delius attinge alla vera storia della vedova di Groscurth e alla sua lotta trentennale per ottenere giustizia. La donna subirà, nel nuovo regime liberaldemocratico, ingiurie quasi peggiori di quelle subite durante il nazionalsocialismo: le sarà imputato di essere comunista, sarà accusata di volere il rispetto delle norme costituzionali, sarà licenziata. E, infine, sarà privata dello status di vedova di un perseguitato politico. Il grande merito di questo romanzo è quello di far rivivere il ricordo del dopoguerra, che Delius definisce «l’età della pietra della democrazia».

      Il mio anno da assassino