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Nicola Rainò

    Homo ridens. La dimensione comica dell'esperienza umana
    Via della Trincea
    • 2009

      Via della Trincea

      • 366pagine
      • 13 ore di lettura

      «Nella mia guerra di morti ce ne sono stati parecchi, ma dato il suo carattere confidenziale non è possibile conoscerne la cifra esatta. Meglio parlare di caduti: caduti sul bordo della strada, sul pavimento delle birrerie, davanti alle macchinette mangiasoldi, nei consultori familiari…» Anche Matti Virtanen, ex rockettaro ribelle cresciuto negli anni Settanta, la sua guerra l’ha combattuta. Una guerra mai dichiarata, senza eroi né monumenti, ma non per questo meno logorante: la Guerra di Liberazione delle Donne. Da vent’anni lava, stira, cucina, ha rinunciato a tutto per dedicarsi con snervante devozione alla cura della famiglia e del focolare, arrivando perfino ad assorbire le tipiche frustrazioni da casalinga. Ma ecco che nella tregua armata della quotidianità un giorno esplode una granata: una richiesta di troppo di Helena e Matti vede la propria mano sferrare un pugno che non avrebbe mai pensato di avere dentro, e di colpo tutto è perduto. Derelitto e abbandonato, si rende conto che quelli come lui, i “reduci del fronte domestico”, hanno una sola salvezza: la Casa. Solo diventando proprietario di una vera casa con giardino e alberi di melo, una di quelle villette di via della Trincea destinate ai reduci della Grande guerra potrà riprendersi la famiglia, l’adorata bambina, l’amore. Tra personaggi paasilinniani e il sospetto che “l’economia di mercato non sia che uno pseudonimo dei lavori forzati”, Hotakainen mette in scena la sua ironica, commovente e amara commedia del vivere contemporaneo. Un romanzo di culto in Finlandia che ha fatto impennare il prezzo delle case in via della Trincea, specchio di un paese in cui un libro può influire sul mercato immobiliare.

      Via della Trincea
    • 1999

      La dimensione comica evoca sempre un mondo distinto da quello ordinario, operante secondo regole differenti. Il comico rappresenta quindi una sospensione della quotidianità che apre squarci verso una realtà trascendente. Mio padre, accanito raccontatore di barzellette, mi incoraggiò a intraprendere quest'arte più o meno nel periodo in cui andavo all'asilo... Prima o poi questo libro doveva essere scritto». Quasi scusandosi, Berger spiega l'origine del suo ultimo, singolare, lavoro. In particolare, egli si scusa con i librai, immaginandone le angosce nel decidere dove collocare il volume: nello scaffale dell'umorismo, della religione o della sociologia? Senza contare che la parte sulla comicità ebraica potrebbe suggerire la sezione Ebraismo, la difesa di Oscar Wilde la sezione Omosessualità. Ma qual è la tesi di fondo? La dimensione comica evoca sempre un mondo distinto da quello ordinario, operante secondo regole differenti: il comico rappresenta- possiamo dire- una sospensione della quotidianità che apre squarci verso una realtà «trascendente». Tutto congiura, tra le pagine, a insinuare l'idea che se un paradiso esiste dev'essere un luogo dove si ride, dove approderanno gli scampati all'inferno della mancanza di humour e al purgatorio della seriosità. Solo un «grande vecchio» poteva regalarci un libro come questo: egli stesso confessa di essersi risolto a scriverlo sentendosi vicino alla soglia della senilità. Ma a noi piace immaginarlo come questa lettura ci invita a fare: allegramente ispirato da giovanile curiosità, un luterano-zen che ama le barzellette yiddish, il cabaret e il sorriso di Buddha.

      Homo ridens. La dimensione comica dell'esperienza umana