Nathalie Peronny Libri

Ogni giorno in America, il Paese più ricco del mondo, sempre più persone si trovano a dover scegliere tra pagare l’affitto e mettere il cibo in tavola. Di fronte a questo dilemma impossibile, molti decidono di abbandonare la vita sedentaria per mettersi in viaggio. In un mondo in cui basta un ricovero in ospedale al momento sbagliato per mandare in fumo i risparmi di una vita, in cui la previdenza sociale è praticamente inesistente e il peso dei debiti spinge molti alla disperazione, donne e uomini in età da pensione hanno iniziato a migrare da un lato all’altro del Paese attraverso i mezzi di trasporto più vari, tra un lavoro precario e l’altro. Tra loro Linda May: una nonna di 64 anni, dai capelli grigi, che vive viaggiando su un 28 piedi e che nel film in uscita tratto da questo libro è interpretata dall’attrice Premio Oscar Frances McDormand. Nomadland, nato dall’inchiesta «Dopo la pensione» (vincitrice del Premio Aronson 2015 per il giornalismo sulla giustizia sociale) ci accompagna in un viaggio indimenticabile attraverso la vita, i sogni e le speranze di questi nomadi del terzo millennio, per scoprire che, squarciato il velo illusorio del Sogno Americano, al di là è forse possibile scorgere una nuova realtà, più umana, più solidale, più bella.

"At twenty-five years old, Anna Wiener was beginning to tire of her assistant job in New York publishing. There was no room to grow, and the voyeuristic thrill of answering someone else's phone had warn thin. Within a year she had moved to Silicon Valley to take up a job at a data analytics startup in San Francisco. Leaving her business casual skirts and shirts in the wardrobe, she began working in company-branded t-shirts. She has a healthy income for the first time in her life. She felt like part of the future. But a tide was beginning to turn. People were speaking of tech startups as surveillance companies. Out of sixty employees, only eight of her colleagues were women. Casual sexism was rife. Sexual harassment cases were proliferating. And soon, like everywhere else, she was addicted to the internet, refreshing the news, refreshing social media, scrolling and scrolling and scrolling. Slowly, she began to realise that her blind faith in ambitious, arrogant young men from America's soft suburbs wasn't just her own personal pathology. It had become a global affliction. 'Uncanny Valley' is a coming of age story set against the backdrop of our generation's very own gold rush. It's a story about the tension between old and new, between art and tech, between the quest for money and the quest for meaning - about how our world is changing forever."-- Book jacket