Greg è un uomo in fuga. Dopo la separazione dalla moglie e l'allontanamento dalla sua bambina, la vita si è trasformata per lui in un abisso senza fine. Era un giovane studioso di filosofia e un brillante attivista politico all'università di Melbourne, è diventato «un rivoluzionario che ha soffocato i propri ideali nell'eroina», un «filosofo che ha smarrito l'integrità nel crimine», uno dei «most wanted men» australiani, condannato a 19 anni di carcere per una lunga serie di rapine a mano armata, catturato e scappato dal carcere di massima sicurezza di Pentridge. Eccolo ora a Bombay, nel bizzarro assortimento della sua folla, con i documenti di un certo Linsday in tasca e una strana esilarante gioia nel cuore… A Bombay, infatti, il destino ha calato per Greg la sua carta. A Bombay, diventerà uno Shantaram, un «uomo della pace di Dio», allestirà un ospedale per i mendicanti e gli indigenti, reciterà nei film di Bollywood, stringerà relazioni pericolose con la mafia indiana. Da Bombay partirà per due guerre, in Afghanistan e in Pakistan, tra le fila dei combattenti islamici…
È l'estate del 1976, un'interminabile calda estate inglese. Ruth Gilmartin è giunta in macchina nel minuscolo villaggio di Middle Ashton dove vive sua madre. Il paese ha l'aspetto di sempre: una Shangri-La all'incontrario nel cuore perduto dell'Inghilterra dove, come per un misterioso sortilegio, tutto sembra diventare a ogni istante più vecchio, ammuffito, decrepito. La grande casa del XVII secolo al centro del villaggio traballa sui suoi legni divorati dai tarli; la chiesa è sempre più buia e umida, soffocata dagli alberi che sprofondano il villaggio in un crepuscolo perenne; la villetta di Sally, la madre di Ruth, è immersa come sempre in un verde selvaggio e incolto. Tutto sarebbe tediosamente uguale alle innumerevoli volte in cui Ruth è accorsa a Middle Ashton col piccolo Jochen al seguito, se sua madre non avesse un comportamento a dir poco bizzarro. È comparsa sulla soglia della casa seduta su una sedia a rotelle, con le braccia allargate come per accogliere in grembo figlia e nipote. Una volta in casa poi, è balzata giù dalla sedia, si è chinata per dare un bacio a Jochen e ha raggiunto la finestra schermandosi gli occhi per sbirciare fuori, verso il bosco di querce, faggi e noci. Ruth ha avuto la netta sensazione che stesse accadendo qualcosa di strano. Una sensazione che è diventata angosciosa certezza quando Sally ha afferrato un raccoglitore di cuoio e le ha detto porgendoglielo: "Vorrei che lo leggessi". Sul contenitore c'era scritto: "Storia di Eva Delektorskaja".
Brighton è tutta una follia ormai, una caotica e affascinante follia: il dedalo di vicoletti a nord del Padiglione Mughal pieno di sibille e veggenti; un tizio con la cresta rosa da mohicano che brancica un rosario tibetano; negozietti che vendono le scritture indù interpretate da guru muniti di Rolls-Royce; manifesti che pubblicizzano rituali del sole shaunee, lezioni di tamburo ashanti… In mezzo a questo bazar nel cuore della vecchia Inghilterra, si aggira Bhalu, libraio del Sussex nato in India. Bhalu ha da poco celebrato a Londra il funerale di sua madre Maya, scrittrice e sceneggiatrice famosa nell’India degli anni Cinquanta che, da buona indù per «stile di vita», come amava definirsi, avrebbe probabilmente gradito una pira di legno di sandalo impregnata di burro chiarificato e cosparsa di undici diverse specie di gelsomino, ma al West London Crematorium non potevano certo permettersi lussi del genere. La cerimonia si è svolta in fretta e, nella cappella gremita di espatriati di Bombay, Bhalu ha parlato del socialismo di sua madre e del suo rispetto per Gandhij. Un intervento breve, durato giusto il tempo per notare in prima fila un paio di ginocchia attraenti, ben tornite, tenute strette e graziosamente reclinate da una parte. Bhalu è rimasto turbato da quella visione e ancora di più dai primi incontri con la proprietaria di quelle deliziose sporgenze: Phoebe, l’incantevole figlia di Sybil, l’amica di sua madre. Phoebe che, quando erano bambini in India, vestita come i piccoli inglesi nelle illustrazioni dei vecchi libri, socchiuse un giorno gli occhi di un grigioverde stupefacente e gli diede un bacio sulle labbra. Dove ha scovato la bella Phoebe i diari di Sybil, sua madre? Da quale antico secrétaire sono saltate fuori quelle pagine che, come un racconto di Maya intitolato Punizione, alludono enigmaticamente a un certo Mister Love, così importante nella vita delle due vecchie amiche e morto in circostanze oscure? Romanzo avvincente, dalla scrittura straordinariamente raffinata, La morte di Mister Love ci riporta nella magica atmosfera dell’India degli anni Cinquanta, nei suoi salotti pieni di candele e colori, animati da donne dagli occhi grandissimi e scuri, e da artisti, musicisti e cineasti dandy e impegnati.