Quello a cui Walser ci invita nelle prose qui raccolte – dove la sua «smania vagabonda» si traduce come sempre in «smania di raccontare» – non è solo un viaggio nella «terra dei laghi» in cui è nato, descritta con un'intensità di sguardo ammaliante. Seeland, ha scritto Walser, è termine «per così dire europeo o universale» e potrebbe essere «in Australia, in Olanda o altrove». È dunque il luogo sospeso e mutevole degli incontri fuggitivi e della narrazione, in cui l'arte del vagabondaggio è tutt'uno con l'arte della parola (come ben sappiamo dalla gemma qui racchiusa, il racconto La passeggiata): la riva del lago o una terrazza ombrosa, una locanda o il prato in cui il viandante si stende. Ed è anche, infine, la coscienza, lo slancio verso il mondo di un melanconico che osserva i paesaggi «con lunghi sguardi silenziosi e attenti», lasciandosi cadere «in balia di un incantesimo», nella certezza che chi osserva è a sua volta attentamente osservato: «Laddove mi stupivo, forse ero a mia volta oggetto di stupore; e se l'ambiente circostante mi appariva incerto e ambiguo, la stessa impressione facevo io a lui. Be', se non altro, era una possibilità. La campagna e tutte le sue bellezze avevano occhi, e io ne ero felice».
Robert Walser Libri
Robert Walser, scrittore di prosa svizzero di lingua tedesca, è celebrato per la sua raffinatezza linguistica e vivacità. La sua opera si muove tra la devozione modernista all'arte e un persistente interrogarsi sulla sua legittimità morale e utilità pratica. Walser esplora i contrasti tra uno stile esuberante e la malinconia riflessiva, le istanze della natura contrapposte alla cultura e il rispetto democratico per l'individualità rispetto alle reazioni elitarie alla cultura di massa.







Composti fra il 1902 e il 1936, questi ritratti ci raccontano – con grazia e ironia peculiarmente walseriane – di Goethe, Schiller e Hölderlin, di Kleist, Dickens e Dostoevskij (per fare solo alcuni nomi), ma al tempo stesso molto dicono del loro autore: inclinazioni, idiosincrasie, sogni e gusti. Scelti per empatia o contrasto, per intima risonanza o alterità inconciliabile, gli scrittori su cui Walser si sofferma sono protagonisti di piccole gemme: come quel Brentano fantastico che vediamo accanto a una deliziosa giovane scivolare sulle acque gorgoglianti di un fiume e poi levarsi in volo a cavalcioni della sua chitarra. O figure di quel teatro da cui Walser sempre fu attratto, come il Lenz dell’omonimo dramoletto dedicato all’infelice figura dello Sturm und Drang nonché eroe di Büchner, il quale a sua volta campeggia in due fulminanti ritratti di questa silloge.«Scrivere significa accalorarsi in silenzio»: coerente con tale assunto, Walser è ora regista, ora improvvisatore, ora sapiente trasformista – e queste prose rarefatte e al calor bianco sono, miracolosamente, altrettante approssimazioni all’immagine segreta che molti degli scrittori di cui qui si parla avrebbero potuto avere di se stessi.I testi qui pubblicati sono usciti dapprima su giornali tedeschi, svizzeri e praghesi e in seguito, assieme a quelli ancora inediti, nelle Opere complete curate da Jochen Greven per l’editore Suhrkamp.
La meraviglia delle donne e l'incanto dell'amore fanno da leitmotiv a queste pagine postume, un manoscritto del 1926 cui Carl Seelig – mentore di Walser e suo compagno di lunghe passeggiate – diede provvisoriamente il titolo Diario (sulle donne), «diario» che costituisce il prezioso anello di congiunzione fra La passeggiata e Il Brigante. «Lo stesso Walser» scrive Sebald «ha osservato una volta che lui, da un breve testo in prosa all'altro, lavorava in fin dei conti sempre al medesimo romanzo, un romanzo che si potrebbe definire un “libro dell'Io” a più fasi o frammenti». Anche se gli risultava impossibile entrare in sintonia con le donne, quell'Io confessa che «è bello e utile conoscerle, ma è parimenti utile, e se del caso ancor più bello ... soccorrerle e servirle». Siano esse affittacamere, chellerine o misteriose figure intraviste a teatro o in un salotto, e vissute in un confronto tutto di fantasia, le donne sono sempre colte in una luce di minacciosa bellezza. Con un avvolgente flusso di parole, l'autore di questa deliziosa divagazione ci guida in un mondo interiore popolato di figure seducenti o stralunate, ma sempre irresistibili nel loro onirico fluttuare. Sulle donne è una lunga passeggiata fra romanzi e poesie affidata a una scrittura che «assume i tratti eccelsi dell'andare a zonzo».
Una giovane donna, che possiede una gabbia piena di leoni e botti piene di serpi, ama un brigante. Un domatore viene ucciso da un leone: il figlio, un fanciullo sprezzante del pericolo, continua la professione del padre. Una nevicata – l’incendio di un bosco, forse appiccato da un monello. 19 racconti brevi di Robert Walser.
Una specie di uomini molto istruiti
- 272pagine
- 10 ore di lettura
This book brings English-language readers works by Walser in a rare form: dramolette. Few writers have ever experienced such a steady rise in their reputation and public profile as Swiss writer Robert Walser (1878-1956) has seen in recent years. As more of his previously little-known work has been translated into English, readers have discovered a unique writer whose off-kilter sensibility and innovations in form are perfectly suited to our fragmented, distracted, bewildering era. The short plays presented here, inspired by the German theater Walser enjoyed in his youth, while never meant to be performed, present scenes, characters, and situations that comment on the brutality of fairy tales, the impossibilities of love, the dark fate of the Christ child (and Walser himself), and more. At the same time, like all of Walser's work they are shot through with a humor that is wholly genuine despite its shades of darkness. Gathering all of Walser's plays, as well as his later, fragmentary dramatic writings, Comedies will be celebrated by the many devoted fans of this lately rediscovered master.
Running with the Devil
- 230pagine
- 9 ore di lettura
A comprehensive musical, social, and cultural analysis of heavy metal music, with a new foreword and afterword
The Robber, Robert Walser’s last novel, tells the story of a dreamer on a journey of self-discovery. It is a hybrid of love story, tragedy, and farce, with a protagonist who sweet-talks teaspoons, flirts with important politicians, plays maidservant to young boys, and uses a passerby’s mouth as an ashtray. Walser’s novel spoofs the stiff-upper-lipped European petit bourgeois and its nervous reactions to whatever threatens the stability of its worldview.