Giuseppe Culicchia Libri
Giuseppe Culicchia si distingue per una prospettiva ironica e sottilmente assurda sulla realtà, caratterizzata da digressioni inaspettate e osservazioni umoristiche che mettono in luce le peculiarità della vita quotidiana. La sua opera esplora frequentemente temi legati all'identità, al proprio posto nel mondo e alla ricerca di significato nei momenti ordinari, il tutto comunicato con una voce autentica e distintiva.







Le tragicomiche avventure di un obiettore di coscienza impegnato nel servizio civile, fra assessori plurisessuati, insegnanti in menopausa, piccoli zingari da trattare con i guanti, baroni universitari e house party.
Le tragicomiche avventure di un obiettore di coscienza impegnato nel servizio civile, fra assessori plurisessuati, insegnanti in menopausa, piccoli zingari da trattare con i guanti, baroni universitari e house party.
Dalla fine della primavera molti italiani entrano in una strana agitazione e non solo per le scadenze fiscali: è il momento di affrontare la questione delle vacanze estive, almeno per gli imprevidenti che non si sono organizzati prima e al netto di restrizioni pandemiche e mascherine varie. Sbiadito il mito del low-cost, bisogna fare i conti col carovita e in qualche caso ricorrere al mutuo balneare, pur di non apparire «sfigati» sui social, dove postare le foto delle vacanze è ormai un obbligo. Ma come evitare lo stress, la noia, e naturalmente le fregature non di rado in agguato tra i pixel dei siti specializzati e i fotomontaggi di tanti dépliant? Giuseppe Culicchia ci accompagna in un esilarante viaggio attorno al grande rito italiano della vacanza: un grand tour da Venezia a Lanzarote, dalle Alpi al Kazakistan, passando per autogrill, presunti ristoranti stellati, boutique folkloristiche, toilette introvabili, sagre di paese e scene fantozziane. Una radiografia impietosa del Paese in cuffie e infradito che ci aiuta a capire quanto siamo cambiati dalle prime vacanze degli anni del Boom. E perché, sempre più spesso, al ritorno abbiamo bisogno di una vacanza più di quando siamo partiti.
Clay è tornato in città - ancora a Los Angeles, ancora durante le vacanze di Natale - ma dai tempi di Meno di zero sono passati venticinque anni. Oggi Clay è uno sceneggiatore che deve mettere insieme il cast per il suo nuovo film: ma quando incontrerà i vecchi amici (Blair, Trent, Julian...), sempre più annoiati, amorali e decadenti, si inoltrerà in un inferno in cui è impossibile distinguere la vittima dal carnefice. Un noir chandleriano per un Ellis mai così ironico, disincantato e disperato.
Brucia la città
- 401pagine
- 15 ore di lettura
Estate 2006. Luca, quarantenne ipocondriaco convinto che l'umanità non abbia futuro, e Benedetta, trentenne milanese in carriera, sono in viaggio di nozze in Sicilia. Lei vuole un figlio a tutti i costi, lui è molto meno convinto. Soprattutto quando si imbatte in Katja, una turista tedesca che è stata il suo primo amore adolescenziale, ora in vacanza con la figlia Andrea, diciassettenne disinibita tutta piercing e windsurf, e quando ritrova il vecchio generale Rallo, superiore di quel padre morto in circostanze che a Luca non sono mai state chiarite. Mentre l'Italia vince i Mondiali, l'uomo è costretto a fare i conti con il passato. Ma c'è anche da progettare il futuro...
Attila e Zazzi hanno quattordici anni e sono amici per la pelle. A prima vista non si direbbe. Sono diversi in tutto: il carattere, le famiglie d'origine, il loro sguardo sul mondo.Attila è un Charlie Brown che sogna spesso a occhi aperti, con un padre assente, una madre bigotta, una sorella che se n'è andata a Milano e un nonno anarchico un po' bizzarro ma con qualche lampo di saggezza. Francesco Zazzi detto Franz invece è sguaiato, aggressivo, dichiaratamente fascista, incontrollabile negli slanci che punteggiano le sue giornate, sempre sopra le righe ma anche profondamente libero. Un personaggio vitale, irresistibile, di quelli che lasciano il segno. A unire i due ragazzi c'è solo un'amicizia profonda e indissolubile, di quelle che possono nascere solo a quell'età. Sullo sfondo, un mondo sospeso tra il ridicolo e il tragico, popolato da personaggi come Mollo, ruota di scorta del duo, o l'ex sessantottina professoressa Cavalla, o le imbranate compagne di scuola.Il paese delle meraviglie racconta attraverso gli occhi di due ragazzi l'Italia del 1977: un paese e un tempo segnati dalla violenza, apparentemente lontanissimi ma più vicini di quanto non sembri. E lo fa all'insegna di un riso travolgente e contagioso, in uno scatenato caleidoscopio di assurdità e sberleffi . Politicamente scorretto ma pieno di umanità, il nuovo romanzo di Giuseppe Culicchia coglie il volto e l'anima di un'intera generazione.
Nel sottosuolo della metropoli, sotto la luce fredda dei neon, ventuno personeaspettano il prossimo convoglio. Nel tempo sospeso dell'attesa, i pensieriprendono un ritmo particolare, che conosciamo bene. È il ritmo della follasolitaria, quando affiorano ricordi e paure, sogni e angosce, rabbie edesideri. Quelli che traccia Culicchia sono venti autoritratti dellasolitudine, senza filtri e senza meditazioni: sottofondi di banalitàquotidiana, accordi di un'esperienza interiore ormai esplosa, echi sincopatidi cronaca nera, assoli lancinanti di identità sempre più fragili, nostalgiedi corpi segnati dalla violenza e dalla tenerezza.



