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Ewald Osers

    Ewald Osers
    Antichi maestri
    La guerra delle salamandre
    Contemporary Macedonian Poetry
    Schopenhauer e gli anni selvaggi della filosofia
    Chinese folktales
    Kolya
    • Kolya

      • 120pagine
      • 5 ore di lettura

      Kolya, here beautifully translated by Ewald Osers, is the novelization of the Czech film of the same name, which won both the 1997 Oscar and Golden Globe awards for Best Foreign Language Film. Set in Prague in 1988—just before the Velvet Revolution—it tells the story of Louka, a virtuoso performer with the Czech Philharmonic, who has been banned from playing by the state. Now he finds himself playing at cemeteries for a living. Adding to his problems, an illegal arranged marriage has left the hardened bachelor with a little Russian boy to care for. From these elements, Zdenek Sverak—who also played Louka in the film—has woven an enduring tale of the transforming powers of music, language, and love.

      Kolya
    • Dalla giovinezza amburghese ai difficili rapporti con la madre, dalle lezioni di Fichte all'incontro con Goethe a Weimar, dalla «sfida» accademica contro Hegel al successo arrisogli soltanto in tarda età, Rüdiger Safranski ricostruisce l'intero arco della biografia di Schopenhauer, addentrandosi nella fitta rete di relazioni intellettuali, sentimentali e quotidiane da cui nacque un'opera filosofica tra le più affascinanti, intrisa di pessimismo e di suggestioni mistico-orientali. L'altro grande protagonista del libro sono «gli anni selvaggi della filosofia», quel mezzo secolo di turbinosa storia culturale (1800-1850) in cui, da Kant al romanticismo, dall'idealismo a Feuerbach e Marx, sono stati riplasmati il soggetto, i modi e gli orizzonti del pensiero.

      Schopenhauer e gli anni selvaggi della filosofia
    • Works selected from twenty-five poets from the Balkan regions, based on volumes published during the past twenty years. ""Many of the poems evoke peasant art from Yugoslovia, of which much of Macedonia was a part for much of this century. Brilliant and ornate, with vivid dreamlike images, the work of Slavko Janevski is painterly in the extreme...Mateja Matevski's hard-edged poems offer a glory of crammed imagery...Osers' selections make us hunger for more"" - Booklist. ""A valuable contribution to our appreciation of Macedonian poetry as one of the most vibrant in world literatures"" - Slavic Review.

      Contemporary Macedonian Poetry
    • La guerra delle salamandre

      • 366pagine
      • 13 ore di lettura

      Un geniale apologo pieno di spirito e amara ironia significativamente scritto nel 1936: in una baia dei mari del Sud viene scoperta una strana e mite "salamandra" antropomorfa. I primi esemplari vengono usati nella pesca delle perle o portati in giro nei circhi. Poi si scopre che le salamandre imparano a parlare facilmente e si comincia a usarle come manodopera (alquanto schiavizzata) per complesse lavorazioni subacquee e iniziano agevoli tentativi di "civilizzarle": esilaranti per forza parodistica i passi nei quali si narra la loro evangelizzazione religiosa e politica... Rapidamente si arriva al loro uso militare da parte delle nazioni "civili". Altrettanto rapidamente nasce la coscienza di essere un popolo e le conoscenze acquisite vengono ritorte contro il genere umano: crolli sottomarini dovuti a esplosioni provocate dalle geniali salamandre artificiere (che ormai si autogovernano e obbediscono a una sorta di Re che trasmette i suoi diktat e le sue condizioni agli uomini con trasmissioni radio) aprono voragini sempre più ampie lungo le coste: New Orleans è tra le prime città a essere devastate dall'avanzata dei flutti. Ma anche tra il popolo delle salamandre nascono divisioni, si generano fazioni e inizia una guerra intestina che porterà alla distruzione globale...

      La guerra delle salamandre
    • «Abietto, ridicolo, orrendo, sgradevole, insopportabile, ripugnante, disgustoso, ignobile, abominevole: sono questi gli aggettivi che ricorrono sulla bocca di Reger quando parla del mondo e della vita, della società e degli uomini, della cultura e dell'arte. Sì, anche di quell'arte che egli conosce come pochi, forse come nessuno, e nella quale ha sempre cercato la propria salvezza, ma che anche nelle sue espressioni più eccelse (i “capolavori” dei Grandi Maestri) si è rivelata un rimedio illusorio ... Antichi Maestri uscì nel 1985, quattro anni prima della morte di Bernhard. Come in tutti gli altri suoi libri, anche in questo una cosmica nausea si abbatte come una lava su tutto e su tutti, uomini e istituzioni, cultura e società, e soprattutto sull'universale trionfo del kitsch nel pensiero e nell'arte».

      Antichi maestri
    • Although Seifert lived through the many historic turns of his homeland, his was not a political poetry, except in its constant expression of love for his homeland, its beauties and its values. He was the great poet of Prague, of love, of the senses. His work was unpretentious, lyrical yet irreverent, earthy, charming. Seifert was known for the simplicity of his verse, yet his poems are full of surprises, never what at first they seem.

      The poetry of Jaroslav Seifert
    • Hanka ha capelli ramati e occhi verdi. Il giorno in cui arriva a Auschwitz-Birkenau con i genitori e il fratello, a lei tocca in sorte la corsia di sinistra e sopravvive. Hanka è ebrea, ha 15 anni, ma finge di essere diciottenne e ariana. Ora si chiama Bambola ed è una delle prostitute più giovani del bordello Nr. 232 Ost sul fronte orientale. Sulla pancia porta tatuata la parola Feldhure, puttana da campo. Inizia così il lungo calvario di Hanka che combatte il freddo e la fame, la paura e la vergogna, sostenuta dal desiderio indomito di sopravvivere, costi quel che costi, e da una fiducia che non verrà mai meno. Lustig è uno dei più importanti esponenti della letteratura ceca, un protagonista del Novecento. Nei suoi occhi verdi è un romanzo straordinario - tradotto in numerose lingue - che porta il lettore nel mondo di Hanka, lo fa combattere con lei, partecipe di un profondo senso della speranza e della trascendenza.

      Nei suoi occhi verdi
    • Czech writer Vitezslav Nezval (1900-58) was one of the leading Surrealist poets of the 20th century. Prague with Fingers of Rain is his classic 1936 collection in which Prague’s many-sided life – its glamorous history, various weathers, different kinds of people – becomes symbolic of what is contradictory and paradoxical in life itself.

      Prague with Fingers of Rain