Quando, nel 1962, apparve sulla rivista "Novyi Mir" questo romanzo, tra i più noti e discussi di Solzenicyn, fu chiaro che qualcosa di completamente nuovo stava accadendo nella letteratura sovietica: per la prima volta, infatti, si osava descrivere la realtà dei campi di concentramento stalinisti, sebbene, come ebbe a dire Tvardòvskij, il racconto evitasse volutamente "di porre in risalto quelle aperte violazioni alla legalità sovietica che si esprimono in orrende crudeltà e arbitrii". Con questa narrazione piana, precisa, puntigliosa, priva di astio di "una delle giornate più ordinarie della vita del campo, dalla sveglia alla ritirata", Solzenicyn ci ha consegnato il racconto di un incubo che ha assunto il valore storico e letterario di una liberazione. E accanto al dubbio, al sospetto, alla tensione diffusa che avevano avvelenato la vita dei sovietici negli anni Trenta, ci sono qui il paesaggio, la lingua e l'anima della Russia che pervadono la ricerca espressiva del grande scrittore.
Ralph Parker Libri



Tato knížka je výběrem dopisů, které R.Parker posílal svým novinám - nejen z Moskvy, ale hlavně z růrných bojišť, za Stalingradu, Leningradu, Ukrajiny, baltských zemí. Popisuje v nich porobně a živě nejen nejdůležitější válečné události, obranu Stalingradu a Leningradu, tankové bitvyna Ukrajině, znovudobytí Krymu a Sevastopolu, ale snaží se proniknout i do života Sovětského svazu za války. Především do života a ducha ruského vojáka. Zajímá se i o občanský život Sovětského svazu za války, o nové zájmy sovětských občanů, o probuzené vlastenectví, obnovenou úctou k národní tradici, spojenectvím s Angličany a Američany, a konečně i o starostio nové uspořádání světa po válce.