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Reinhold Messner

    17 settembre 1944
    Reinhold Messner
    Dolomiten
    La montagna nuda
    Popoli delle montagne
    Due e un ottomila
    Annapurna
    Hermann Buhl, in alto senza compromessi
    • Reinhold Messner ha in mente un piano veramente azzardato quando nel 1975 parte, insieme a Peter Habeler, per il Karakorum, diretto al vuole dimostrare che una cordata a due è molto più veloce, flessibile e di conseguenza votata al successo alle alte quote che non una spedizione pesante, sullo stile delle tradizionali "spedizioni di conquista", complicata dal punto di vista della logistica, nonché assai costosa. Messner si pone come obiettivo il GI (Hidden Peak) in stile alpino, e dopo pochi giorni raggiunge la vetta a 8086 metri. Ma questo libro contiene anche la storia alpinistica dei Messner descrive i primi tentativi sul GI e descrive la sua conquista nel 1958; racconta la salita all'Hidden Peak in due e infine narra l'incredibile concatenamento di GII e GI insieme a Hans Kammerlander. Lo sguardo retrospettivo alla storia dei Gasherbrum è un atto dovuto, secondo chiunque voglia compiere il prossimo passo, deve conoscere la strada percorsa dai suoi predecessori. È questo l'unico modo per spostare più in alto l'asticella del possibile.

      Due e un ottomila
    • Il Nanga Parbat, ovvero la Montagna Nuda, è alto 8125 metri ed è da decenni il sacro Graal dei migliori alpinisti. Negli anni '30 Willy Merkl tentò la salita e morì. Il suo fratellastro, Karl Herrligkoffer, ne fu ossessionato e tentò più volte di "conquistare" la montagna in nome del fratello. Nel 1970 programma con i fratelli Messner di raggiungere la cima dal versante Rupal. E la storia si ripete: Reinhold e Günther Messner sono i primi a salire lungo quella via ma sono costretti dal maltempo a scendere lungo il versante opposto, il Diamir: Günther perderà la vita travolto da una slavina. I tragici ricordi non abbandoneranno mai Reinhold che, dopo trent'anni, decide di raccontare la sua versione dei fatti.

      La montagna nuda
    • Il Cho Oyo con i suoi 8201 metri la sesta montagna per altezza della Terra per i tibetani è la Dea Turchese. Gli europei ne conoscono l'esistenza solo dal 1921, ma oggi è la meta più frequentata dagli alpinisti di tutto il mondo dopo l'Everest, anche se non ha perso nulla della sua pericolosità. Messner parla della montagna, degli Sherpa che abitano ai suoi piedi, dell'importanza del Nangpa La, a 6000 metri il più alto passo della Terra, e racconta le imprese alpinistiche che si sono succedute in un secolo di storia. Dai primi tentativi negli anni Cinquanta, fra cui quello di Eric Shipton, fino alla "conquista" nel 1954 ad opera dell'austriaco Tichy, giornalista, geologo e alpinista che, dopo aver viaggiato per decenni con la sua motocicletta in Thailandia, Cina e Tibet e aver esplorato insieme agli Sherpa il Nepal occidentale ancora del tutto ignoto agli europei, salì in cima al Cho Oyu insieme a Joseph Jöchler e allo Sherpa Pasang Dawa Lama in una spedizione leggera e senza ossigeno, fatto straordinario per l'epoca. Molte altre spedizioni e tentativi si sono da allora succeduti, fra cui la salita di Messner stesso nel 1983, al quarto tentativo e per una via nuova, molti altri successi e, come sempre nella storia dell'alpinismo himalayano, anche molte tragedie, raccontate con partecipazione e occhio critico dall'alpinista altoatesino.

      Cho Oyu
    • Rendere le esperienze dell'alpinismo estremo estensibili al management, per imparare ad affrontare le sfide, non solo professionali, andando oltre i propri limiti. La nuova edizione aggiornata di un classico di Reinhold Messner dedicato all'impresa più grande: superare le difficoltà della vita un passo dopo l'altro, concentrandosi sull'essenziale e scoprendo dentro di noi la forza e l'entusiasmo per raggiungere il nostro obiettivo.

      Spostare le montagne
    • Dalle Odle, le Dolomiti di casa, ai 14 ottomila, Messner racconta le sue imprese straordinarie dal punto di vista dell’alpinista che sa di aver cambiato per sempre il modo di andare in montagna: muovendosi con estrema agilità organizzativa e con una velocità fino a quel momento impensabile, riducendo al minimo i supporti tecnologici e rispettando al massimo l’ambiente. Come in altri libri «introspettivi», quali La mia vita al limite, Messner rende il lettore partecipe delle sue riflessioni: l’incontenibile bisogno di libertà e la continua necessità di mettersi alla prova, il mistero e l’imprevedibilità della natura, il peso della responsabilità, l’intesa con i compagni di cordata, l’amicizia e i litigi… La libertà di andare dove voglio è in primo luogo la straordinaria testimonianza di un uomo che ha sempre vissuto le imprese in montagna come altrettante tappe di un cammino di conoscenza.

      La libertà di andare dove voglio