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Elena Agazzi

    1 gennaio 1961
    Schmerz in Wissenschaft, Kunst und Literatur
    La grammatica del silenzio di W. G. Sebald
    Tropen und Metaphern im Gelehrtendiskurs des 18. Jahrhunderts
    W. G. Sebald
    Berlino
    Il prisma di Goethe
    • Berlino

      • 144pagine
      • 6 ore di lettura

      Questo manuale di viabilità letteraria è un testo che indica in modo semplicemente descrittivo i luoghi d'interesse storico e culturale della città. Sviluppandosi, infatti, tra una prospettiva aerea e una terrena, tra gli spazi affollati e quelli più solitari della capitale tedesca, tra nuclei architettonici e zone verdi, le voci di testimoni del mondo letterario e artistico di Berlino restituiscono l'atmosfera del luogo attraverso tre secoli di vita della metropoli.

      Berlino
    • Wie können Metaphern und Tropen im geisteswissenschaftlichen Diskurs des 18. Jahrhunderts systematisiert werden? Welche Funktion sollen sie in der Vermittlung zwischen Vernunft und Einbildungskraft übernehmen? Im 18. Jahrhundert weiteten sich die ursprünglich 'begrifflichen' wissenschaftlichen Metaphern zusehends zu 'sinnlichen' Metaphern aus, indem sie zugleich den von der Dichtkunst und Literatur gestellten Ansprüchen folgten. Vor allem in Frankreich entwickelte sich die wissenschaftliche Metapher zum Vehikel für Analogiebildungen zwischen dem Mikrokosmos in der Natur und den Makrokosmos der menschlichen Gesellschaft und bereicherte so den ökonomisch-politischen Diskurs. Theoretiker wie Baumgarten, Mendelssohn, Herder u. a. beschäftigten sich intensiv mit der Gegenüberstellung von eigentlicher und übertragener Bedeutung. Die Beiträge dieses Bandes setzen sich nicht nur mit allgemeinen Kategorien wie z. B. 'scala naturae' oder 'Entwicklung' auseinander, sondern greifen auch fachspezifische Begriffe aus der Diskussion über Kunst oder sozialökonomische Fragen bzw. aus dem literarischen und dem medizinischen Bereich auf und erörtern ihre Evolution aus einer modernen Perspektive.

      Tropen und Metaphern im Gelehrtendiskurs des 18. Jahrhunderts
    • Elena Agazzi raccoglie in questo ricco volume otto saggi nei quali si confronta con il mondo letterario di W. G. Sebald. Tre sono dedicati completamente all'opera dello scrittore; negli altri vi compare come una sorta di pietra di paragone, capace di fornire una controparte positiva alle costellazioni di volta in volta esposte, in special modo per quello che riguarda le problematiche della memoria e del rapporto con la storia nella letteratura europea contemporanea. Il tentativo è quello di evitare la tentazione filologica di ricostruire la "biblioteca privata dello scrittore", per cercare di meglio vagliare il "principio poetico di riferimento" che organizza i suoi testi e gli permette di coniugare "l'erudizione con la fiction". Un'attenta analisi, ispirata fra l'altro a Quel che resta di Auschwitz di Giorgio Agamben, è dedicata al narratore nella prosa di Sebald, figura di testimone rinchiusa nello scarto fra la possibilità del dire e del non dire, che si fa garante delle storie che raccoglie. Proprio il suo atteggiamento di ascolto configura la prosa di Sebald come una sorta di colloquio con le persone e gli eventi, assumendo un valore non solo ermeneutico, ma anche antropologico.

      La grammatica del silenzio di W. G. Sebald