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Donatella Di Cesare

    29 aprile 1956

    Donatella Di Cesare è una filosofa, saggista e opinionista italiana che insegna Filosofia Teoretica presso l'Università "La Sapienza" di Roma. Il suo lavoro si confronta con le questioni fondamentali del pensiero contemporaneo, esplorando spesso temi come la libertà, il potere e i limiti della conoscenza umana. Di Cesare approccia la filosofia con un'analisi penetrante e uno stile chiaro, rivitalizzando la tradizione filosofica per il lettore moderno. I suoi saggi e libri sono apprezzati per la loro profondità intellettuale e la loro capacità di stimolare il dibattito pubblico.

    Gadamer
    Heidegger & sons
    I Quaderni neri di Heidegger
    "L' essere, che può essere compreso, è linguaggio"
    Il tempo della rivolta
    Heidegger e gli ebrei
    • 2020
    • 2016

      Questo volume il primo in Italia sui "Quaderni neri" di Heidegger. I nomi pi significativi della filosofia continentale, i pi importanti studiosi di Heidegger, da Peter Sloterdijk a Gianni Vattimo, da Holger Zaborowski a Peter Trawny, da Alessandra Iadicicco a Grad Bensussan, prendono qui posizione sui complessi e delicati interrogativi sollevati da questa opera postuma. I Quaderni neri non sono stati una pietra tombale sul pensiero di Heidegger. Si verificato piuttosto il contrario: attraverso i Quaderni neri Heidegger stato il protagonista di un dibattito che ha varcato i confini dell'accademia e si esteso al mondo della cultura, coinvolgendo un pubblico sempre pi vasto. Il che inconsueto per gli inediti di un filosofo. L'enorme risonanza dimostra che l'interesse non ha nulla di antiquario. Se la pubblicazione seguita in tutto il mondo con curiosit, partecipazione, trasporto, perch questi temi toccano la sensibilit e l'intelligenza di molti. Ma il dibattito solo all'inizio e questo volume contribuir, di certo, a svilupparlo e approfondirlo.

      I Quaderni neri di Heidegger
    • 2015

      Perché Martin Heidegger ascrive agli ebrei l'oblio dell'Essere? Qual è allora il rapporto tra l'Essere e l'Ebreo? In che senso viene imputata agli ebrei la colpa più grave, da cui dipende il destino dell'Occidente? E perché questa accusa viene mossa negli anni trenta, dopo le leggi di Norimberga (1935), mentre inizia la guerra planetaria che dovrebbe condurre la Germania nazionalsocialista al dominio del mondo? "I Quaderni neri" di Heidegger oltre a dischiudere un'inedita prospettiva sul pensiero del filosofo, hanno suscitato un nuovo, intenso dibattito. L'antisemitismo metafisico solleva inquietanti interrogativi e rinvia alla responsabilità della filosofia nello sterminio. A un anno dalla prima edizione di questo libro, già più volte ristampato, Donatella Di Cesare prende in considerazione gli ultimi "Quaderni neri", che giungono fino al 1948, interpretando i passi e gli aforismi sulla Shoah e sull'immediato dopoguerra

      Heidegger e gli ebrei
    • 2015

      Dopo la recente pubblicazione dei Quaderni neri di Martin Heidegger sono stati organizzati congressi internazionali, seminari e conferenze in tutto il mondo. Il dibattito ha varcato rapidamente i confini dell'Accademia e si è guadagnato le prime pagine dei quotidiani. Era molto tempo che il pensiero di un filosofo non sollevava un interesse simile, e per giunta in toni molto accesi. La questione dell'antisemitismo ha messo in dubbio, per alcuni, l'intero lascito del filosofo di Messkirch; altri, sul fronte opposto, hanno negato l'esistenza stessa di un problema, come se i Quaderni neri non fossero mai stati pubblicati. Donatella Di Cesare, protagonista di questo dibattito internazionale, si interroga in questo libro sul futuro del filosofo tedesco. Dobbiamo abbandonare Heidegger, dunque? O dobbiamo fare ritorno a Messkirch? Ripudiare il padre o difenderlo ciecamente? Tertium datur: occorrerà forse pensare con Heidegger contro Heidegger, percorrere un'impervia terza via, per giungere, traendo sostegno dalla forza del suo pensiero, a posizioni che, certo, non gli sarebbero piaciute

      Heidegger & sons
    • 2007

      Gadamer

      • 319pagine
      • 12 ore di lettura

      Nato nel 1900 e scomparso nel 2002, Hans Georg Gadamer è una delle figure che meglio rappresentano, anche sul piano biografico, la stagione filosofica novecentesca. La sua opera principale, "Verità e metodo", è considerata ormai un classico. Ma qual è davvero la sua ermeneutica filosofica? E come viene svolgendosi e modificandosi nel corso degli anni? Il volume racconta la vita del filosofo di Marburgo e ripercorre tutte le tappe della sua riflessione, dagli anni della formazione nella sua città natale a quelli del nazismo e della guerra a Lipsia, dalla nascita dell'ermeneutica a Heidelberg fino al suo successo negli Stati Uniti e nel mondo. Il gioco dell'arte, la storia e i suoi effetti, la questione del comprendere, un'etica vicina alla vita, l'orizzonte del linguaggio: sono questi i nuclei teorici attraverso i quali si snoda un pensiero che si allontana sempre più da Heidegger e sceglie il dialogo di Platone per dispiegarsi criticamente. Rinunciando a ogni fondazione metafisica ma non all'universalità, l'ermeneutica filosofica accetta la finitezza e, nel contempo, si apre ad un dialogo infinito nel costante confronto con le altre principali correnti filosofiche contemporanee: la critica dell'ideologia di Habermas, il pragmatismo di Rorty, la decostruzione di Derrida, il pensiero debole di Vattimo

      Gadamer