Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone
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Questa autrice si addentra nelle complesse correnti politiche e sociali della sua regione d'origine, dove si intersecano diverse identità linguistiche e culturali. Il suo lavoro esplora spesso temi di dialogo, convivenza e ricerca di un terreno comune tra gruppi diversi. Attraverso la sua scrittura, cerca di comprendere e trasmettere le profonde radici storiche dei conflitti, nonché la speranza per il loro superamento. Il suo stile narrativo è informato e acuto, riflettendo le sue esperienze personali e il suo interesse per la giustizia sociale e la comprensione.






Prima saltano in aria i monumenti. Poi i tralicci. Poi le caserme. È il crescendo di violenza che dalla fine degli anni Cinquanta investe il Sudtirolo, dove i "combattenti per la libertà" vogliono la riannessione all'Austria. Lo Stato italiano si trova per la prima volta di fronte al terrorismo. Nella piccola provincia sulle Alpi affluiscono migliaia di soldati e forze dell'ordine: ma la militarizzazione è davvero la risposta all'emergenza creata dagli attentati? Oppure obbedisce a una logica di "strategia della tensione"? La storia degli anni delle bombe sudtirolesi racconta lo scontro tra le superpotenze USA e URSS; il gioco pericoloso di gruppi neonazisti e neofascisti; le spregiudicate interferenze dei servizi segreti di diversi Paesi; una minaccia nucleare sempre più vicina e una guerra senza quartiere contro il comunismo destinata a sfuggire di mano. "Inganno" è un'opera intensa e corale, che tra realtà e finzione illumina trame, tragedie e mortali illusioni di una frontiera cruciale della Guerra fredda. Lilli Gruber torna a esplorare il passato della sua terra con due potenti strumenti narrativi: le voci dei testimoni con la ricostruzione dei grandi scenari, e in parallelo un'appassionante fiction. I protagonisti sono quattro antieroi moderni: Max e Peter, due ragazzi sudtirolesi tentati dalla radicalizzazione, Klara, una giovane austriaca innamorata del potere, e Umberto, un agente italiano incaricato di evitare un'escalation incontrollabile. Quattro anime perdute che con la loro parabola di passione e disinganno mettono in scena le colpe dei padri, le debolezze dei figli, le ambiguità della Storia.
“Mi chiamo Hella, Hella Rizzolli, e la mia voce viene dal passato.” Quel passato è il 1941, in un’Europa in cui il nazismo dilaga vittorioso assoggettando un Paese dopo l’altro. Hella crede ancora nel Führer, ma lui le sta strappando ciò che ha di più prezioso: Wastl, il suo fidanzato, che parte per il fronte dopo un’ultima settimana d’amore a Berlino. Sul treno che riporta Hella a casa c’è anche un giovane falsario, Karl, che in fuga da una Germania ormai troppo pericolosa per i nemici del regime ha deciso di rifugiarsi in Sudtirolo. Ma nemmeno quella terra chiusa tra le montagne è al sicuro dalle tempeste della storia: nei quattro anni successivi, che devasteranno il mondo, l’orrore del nazismo e la realtà della guerra arrivano anche qui, culminando nell’occupazione da parte dei tedeschi nel 1943. Hella e la sua famiglia sono costretti ad abbandonare le loro illusioni, e Karl a confrontarsi con il Male. In questo nuovo episodio della storia della sua Heimat e della sua famiglia, cominciata con Eredità, Lilli Gruber riprende le fila della vita di Hella, la sua prozia, per seguirla attraverso gli anni cruciali della Seconda guerra mondiale: dall’apertura del fronte orientale alla lunga campagna italiana degli Alleati. Un viaggio della memoria e dell’immaginazione che combina ricerca, interviste e avvincente fiction, costruendo un libro che ha il respiro della grande Storia e il passo della narrativa d’avventura. Nella parabola di Hella e di Karl si disegna la tragedia di un popolo, quello sudtirolese, e di un intero continente, intrappolati tra due regimi sanguinari e prigionieri di un dilemma: salvarsi la vita, o salvarsi l’anima?
Un asciutto controreportage di guerra che rompe i vetri del conformismo giornalistico.Igor ManIl primo grande conflitto del terzo millennio nella ricostruzione di una testimone d’eccezione, che come in un diario racconta gli avvenimenti di quei giorni drammatici. "La guerra ha assunto una nuova forma: finita la carica vittoriosa del più potente esercito del mondo attraverso il deserto, nella primavera del 2003; finita l’avanzata trionfale in un paese che avrebbe dovuto accogliere i soldati stranieri come liberatori; finite le ombre verdi che entravano ogni sera nei nostri salotti attraverso i piccoli schermi televisivi per mostrarci una guerra senza cadaveri filmata all’infrarosso da intrepidi giornalisti. Le immagini che ci giungono dall’Iraq sono di tutt’altro genere. Ostaggi trucidati. Corpi fatti a pezzi da autobomba. Città assediate e bombardate. Prigionieri torturati. Liberatori, con elmetti e giubbotti antiproiettile, asserragliati nelle loro basi. Un’esplosione continua di violenza."Lilli Gruber, luglio 2004