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Karen Blixen

    17 aprile 1885 – 7 settembre 1962

    Karen Blixen è stata una narratrice nel senso tradizionale e orale del termine. La sua opera fonde sapientemente elementi soprannaturali, estetismo e sfumature erotiche con una visione aristocratica del mondo. Attingendo a una ricca trama di fonti, tra cui la Bibbia, Le mille e una notte, Omero e le saghe islandesi, ha creato narrazioni che esplorano le profondità dell'esperienza umana. La sua voce unica e la sua arte letteraria continuano ad affascinare i lettori, offrendo una prospettiva senza tempo sulla narrazione e sulla vita.

    Karen Blixen
    I vendicatori angelici
    Capricci del destino
    Ehrengard
    La mia Africa
    Racconti d'inverno
    Sette storie gotiche
    • «In lei il fiabesco nasce spontaneo, e altrettanto spontaneamente si ambienta contro lo sfondo del suo Paese, la Danimarca. I fantasmi entrano in scena come la cosa più naturale del mondo, nei suoi racconti, e le metamorfosi dei personaggi, che il carnevale romano giustifica nella Principessa Brambilla di Hoffmann, nei racconti della Blixen si accettano quasi senza sorpresa. La meravigliosa storia della cantante Pellegrina Leoni che, perduta la voce nell'incendio del Teatro dell'Opera di Milano, sopravvive abdicando alla propria personalità, e presentandosi in forme diverse ai suoi adoratori a cui sottrae, seguìta come un'ombra dal vecchio ebreo suo amico e protettore, finché muore nel momento in cui ricupera la propria personalità di cantante, contiene in sintesi tutte le qualità della scrittrice» (Mario Praz)

      Sette storie gotiche
    • La mia Africa

      • 300pagine
      • 11 ore di lettura

      Vissuta fino al ’31 in una fattoria dentro una piantagione di caffè sugli altipiani del Ngong, Karen Blixen ha descritto con una limpidezza senza pari il suo rapporto d'amore con un continente. Sovranamente digiuna di politica, ci ha dato il ritratto forse più bello dell'Africa, della sua natura, dei suoi colori, dei suoi abitanti. I Kikuyu che nulla più può stupire, i fieri e appassionati Somali del deserto, i Masai che guardano, dalla loro riserva di prigionieri in cui sono condannati a estinguersi, l'avanzata di una civiltà “che nel profondo del loro cuore odiano più di qualsiasi cosa al mondo”. Uomini, alberi, animali si compongono nelle pagine della Blixen in arabeschi non evasivi, in una fitta trama di descrizioni e sensazioni che, oltre il loro valore documentario, rimandano alla saggezza favolosa di questa grande scrittrice, influenzando in modo determinante i contenuti della sua arte: “I bianchi cercano in tutti i modi di proteggersi dall'ignoto e dagli assalti del fato; l’indigeno, invece, considera il destino un amico, perché è nelle sue mani da sempre; per lui, in un certo senso, è la sua casa, l’oscurità familiare della capanna, il solco profondo delle sue radici.”

      La mia Africa
    • Ehrengard

      • 100pagine
      • 4 ore di lettura

      Pubblicato postumo nel 1963, e qui per la prima volta tradotto in italiano, Ehrengard è stato giudicato «la conclusione trionfale» dell’opera della Blixen – e di fatto si potrebbe facilmente includere in un’ideale lista dei racconti perfetti di ogni tempo. Riprendendo gesti e scenari del suo primo libro, le Sette storie gotiche , ma immettendoli in un gioco se possibile ancora più affilato, in una occulta matematica delle immagini, la Blixen ci racconta qui la storia della splendida vergine guerriera Ehrengard e del demoniaco pittore Cazotte, che vuole sedurla – ma senza neppure sfiorarla, facendola solo arrossire di complicità (così vuole la sua suprema perversione di artista) –, mentre intorno a loro e attraverso di loro si intreccia una contorta trama dinastica, in un felice, piccolo regno da operetta. Il tema kierkegaardiano della seduzione e dell’estetico si mescola a quello mitologico del «bagno di Diana». Ma la Blixen, sempre ironica e metafisica, ci offre qui una variazione che rovescia tutti i termini come un guanto, svelandoci la seduzione del seduttore e l’inganno di cui è vittima eterna l’ingannatore – e alla fine lasciandoci con una sorpresa abbagliante, quale solo potrebbe mostrarci un grande prestigiatore prima che il sipario lo nasconda. In quella sorpresa è il segreto del libro: un imprevisto rossore, un Alpenglühen , che è quell’insolito irradiarsi di luce sulle cime delle montagne dopo il tramonto: «Dopo di che spariscono, e non si può immaginare nulla di più drammatico: hanno tradito la loro più intima essenza e ormai non possono che annientarsi». Scritto in una prodigiosa estate di San Martino dalla Blixen vecchia e malata, sulla soglia della morte, questo racconto può essere visto come l’ Alpenglühen della sua opera.

      Ehrengard
    • "Capricci del destino", l'ultimo libro pubblicato in vita da Karen Blixen, contiene cinque fra i suoi racconti più significativi. Queste storie ambientate in luoghi diversi (dalla Persia alla Norvegia, alla Cina, alla Danimarca) e tuttavia parallele in quanto costituiscono delle variazioni sul tema del contrasto tra mondo immaginario e mondo reale, tra le umane fantasie e le convenzioni dell'agire quotidiano, appartengono a quella particolarissima sfera in cui l'arte diventa più reale della realtà stessa. Tra gli straordinari personaggi dei racconti, ricordiamo la figura femminile al centro di "Il pranzo di Babette", la cuoca comunarda che, al crollo dei suoi ideali rivoluzionari, è costretta a sacrificare tutto e a vivere esule (lei, "grande artista") a contatto con un mondo grigio e frugale. Ma il potere visionario di Babette trionfa, paradossalmente e orgogliosamente, sulle miserie della quotidianità.

      Capricci del destino
    • 'Out of Africa' is Isak Dinesen's memoir of her years in Africa, from 1914 to 1931, on a four-thousand-acre coffee plantation in the hills near Nairobi. She had come to Kenya from Denmark with her husband, and when they separated she stayed on to manage the farm by herself, visited frequently by her lover, the big-game hunter Denys Finch-Hatton, for whom she would make up stories "like Scheherazade." In Africa, "I learned how to tell tales," she recalled many years later. "The natives have an ear still. I told stories constantly to them, all kinds." Her account of her African adventures, written after she had lost her beloved farm and returned to Denmark, is that of a master storyteller, a woman whom John Updike called "one of the most picturesque and flamboyant literary personalities of the century." Isak Dinesen (1885-1962_ was born Karen Christence Dinesen in Rungsted, Denmark. She wrote poems, plays, and stories from an early age, including 'Seven Gothic Tales', 'Winter's Tales', 'Last Tales', 'Anecdotes of Destiny', 'Shadows on the Grass' and 'Ebrengard'. 'Out of Africa' is considered her masterpiece.

      Universale Economica Feltrinelli: La mia Africa