Un giovane fisico, un vecchio scrittore, un doppio esperimento cruciale: la storia di un’amicizia che culmina in una diversa percezione della realtà e di come la realtà vada definitivamente cambiando. L’enorme acceleratore nucleare nel cuore dell’Europa, dove Pietro Brahe lavora sugli elementi ultimi della materia, è un vortice da cui stanno per nascere nuovi oggetti e nuovi linguaggi: accelerazione di un mondo dove le cose perdono la loro natura di cose e diventano pura immaginazione, pura energia, pura luce.È su questa luce, ancora da fermare e da scrivere, che lavora Epstein, sapendo che non potrà più “accucciarsi tra le parole”, che dovrà partire da quella inedita consistenza per cercare il proprio tempo, per raccontare una geografia mobile nella quale “io” e “qui” sono soltanto un punto precario sulla carta, un singolare atlante degli oggetti, dei corpi, dei sentimenti.
Daniele Del Giudice Libri
Daniele Del Giudice esplora le intricate connessioni tra mondi apparentemente disparati, come la scienza e l'arte. La sua prosa è caratterizzata da un linguaggio preciso e da un profondo esame della memoria e della percezione umana. Indaga su come gli individui si sforzino di preservare immagini e ricordi prima che svaniscano o si trasformino. Il suo lavoro attinge spesso da esperienze personali e da una fascinazione per il volo, conferendo alle sue narrazioni una prospettiva unica.







Il protagonista è un giovane che si mette sulle tracce di un personaggio singolare, amico di Saba e Montale e incontra le persone che lo conobbero, reticenti o evasivi custodi di un mistero. Di lui rimane un'invincibile fascinazione e nessun libro. Trieste, dove il viaggio comincia per terminare a Londra, riserva soprese e il silenzio di una vita trascorsa "nonostante" la letteratura. Arrivare al centro dell'esistenza di quell'uomo sfuggente, che preferì la vita alla letteratura, vorrà dire per il viaggiatore aver scoperto una rinata possibilità di guardare e raccontare il mondo, partire dalla rinuncia del libro per giungere a un romanzo, tocando il nodo di una realtà fluttuante, fatta di sospensioni e accelerazioni, di interrogazioni che provocano altre interrogazioni.
Senilità
- 191pagine
- 7 ore di lettura
Scritto nel 1898 ha per protagonista un uomo abulico e infelice, incapace di affrontare la realtà e che ad essa costantemente soccombe, ma che al tempo stesso tenta di nascondere a se stesso la propria inettitudine, sognando evasioni, cercando diversivi, giustificazioni e compensi. Attraverso una lucida analisi dei processi dell'inconscio, delle sue canalizzazioni e delle sue mascherature, Svevo smonta l'io del protagonista, rivelando le complesse stratificazioni della psiche umana, la sua fluente instabilità, in cui passato e presente, ricordi e desideri si intrecciano e si condizionano reciprocamente. Dall'incipit del libro: "Subito, con le prime parole che le rivolse, volle avvisarla che non intendeva compromettersi in una relazione troppo seria. Parlò cioè a un dipresso così: – T'amo molto e per il tuo bene desidero ci si metta d'accordo di andare molto cauti. – La parola era tanto prudente ch'era difficile di crederla detta per amore altrui, e un po' più franca avrebbe dovuto suonare così: – Mi piaci molto, ma nella mia vita non potrai essere giammai più importante di un giocattolo. Ho altri doveri io, la mia carriera, la mia famiglia."
Wimbledonský stadión. Atlas Evropy
- 300pagine
- 11 ore di lettura
Tématem první prózy (Wimbledonský stadión, 1983) italského autora střední generace je „psaní a život“, druhá próza (Atlas Evropy, 1985) se zabývá zkoumáním obecného stavu, řádu věcí a životní praxe.
Geschichten über einen der ältesten Träume der Menschheit: das Fliegen. Del Giudice erzählt vom Abenteuer des Fliegens, vom ersten Alleinflug eines Piloten und letzten Flug Saint-Exupérys. Er belauscht das geisterhafte Gespräch zweier Piloten, die über den Absturz eines vollbesetzten Passagierflugzeugs rätseln. Und er rekonstruiert die bis heute ungeklärte Geschichte eines Flugzeugunglücks auf Sizilien. Bei Del Giudice, den die Kritik als legitimen Erben Italo Calvinos bezeichnet hat, wird das Fliegen zugleich zu einer Metapher für das Leben.
