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Daniele Del Giudice

    11 gennaio 1949 – 2 settembre 2021

    Daniele Del Giudice esplora le intricate connessioni tra mondi apparentemente disparati, come la scienza e l'arte. La sua prosa è caratterizzata da un linguaggio preciso e da un profondo esame della memoria e della percezione umana. Indaga su come gli individui si sforzino di preservare immagini e ricordi prima che svaniscano o si trasformino. Il suo lavoro attinge spesso da esperienze personali e da una fascinazione per il volo, conferendo alle sue narrazioni una prospettiva unica.

    Daniele Del Giudice
    Das Abheben des Schattens vom Boden
    Der Atlas des Westens
    Wimbledonský stadión. Atlas Evropy
    Senilità
    Lostadio di Wimbledon
    Atlante occidentale
    • 2010
    • 1985

      Un giovane fisico, un vecchio scrittore, un doppio esperimento cruciale: la storia di un’amicizia che culmina in una diversa percezione della realtà e di come la realtà vada definitivamente cambiando. L’enorme acceleratore nucleare nel cuore dell’Europa, dove Pietro Brahe lavora sugli elementi ultimi della materia, è un vortice da cui stanno per nascere nuovi oggetti e nuovi linguaggi: accelerazione di un mondo dove le cose perdono la loro natura di cose e diventano pura immaginazione, pura energia, pura luce.È su questa luce, ancora da fermare e da scrivere, che lavora Epstein, sapendo che non potrà più “accucciarsi tra le parole”, che dovrà partire da quella inedita consistenza per cercare il proprio tempo, per raccontare una geografia mobile nella quale “io” e “qui” sono soltanto un punto precario sulla carta, un singolare atlante degli oggetti, dei corpi, dei sentimenti.

      Atlante occidentale
    • 1983

      Il protagonista è un giovane che si mette sulle tracce di un personaggio singolare, amico di Saba e Montale e incontra le persone che lo conobbero, reticenti o evasivi custodi di un mistero. Di lui rimane un'invincibile fascinazione e nessun libro. Trieste, dove il viaggio comincia per terminare a Londra, riserva soprese e il silenzio di una vita trascorsa "nonostante" la letteratura. Arrivare al centro dell'esistenza di quell'uomo sfuggente, che preferì la vita alla letteratura, vorrà dire per il viaggiatore aver scoperto una rinata possibilità di guardare e raccontare il mondo, partire dalla rinuncia del libro per giungere a un romanzo, tocando il nodo di una realtà fluttuante, fatta di sospensioni e accelerazioni, di interrogazioni che provocano altre interrogazioni.

      Lostadio di Wimbledon