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Fjodor Michajlovič Dostojevskij

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11 novembre 1821 – 28 gennaio 1881
Fjodor Michajlovič Dostojevskij
La padrona
Le notti bianche
Memorie dalla casa dei morti
Umiliati e offesi
L'idiota
I Classici. Il Giocatore. Canti
  • 2020

    Anna, Anneta, Netočka: è così che nasce il nome della protagonista, come un tenero diminutivo creato da una povera madre disperata per vezzeggiare la figlioletta in un raro slancio affettuoso, in una misera stanza pietroburghese. Ma in Netočka domina, e diventa a sua volta diminutivo, il net della negazione, rafforzato dal cognome, Nezvanova, formato da un “ne” (“non”) e dal participio passato passivo di “zvat’”, “chiamare”. Noina Lanonchiamata, è questa la traduzione approssimativa che fin dal titolo pone la piccola protagonista sotto il segno potente del “no”: Netočka è l’esclusa, è colei che non è invitata al banchetto della vita, e che dal suo cantuccio è destinata a scrutare il mondo, degli adulti di casa prima, degli estranei di fuori poi. Un Dostoevskij al femminile, dunque, che però intreccia all’analisi del mondo interiore della bambina le tematiche tipiche del suo primo periodo, quello a suo modo “romantico”, nel quale ragiona sul ruolo e sul senso dell’artista, e sul rapporto con le proprie opere. Le prime tre parti di Netočka vennero pubblicate all’inizio del 1849: a fine aprile Dostoevskij fu arrestato, condannato a morte, graziato mentre già si trovava sul patibolo. A ciò seguirono la deportazione, i lavori forzati, il confino: dieci anni nel buio della steppa, a cercare la luce; dieci anni dai quali Dostoevskij fece ritorno profondamente mutato, colmo di nuove idee, nuove passioni, nuove profondissime intuizioni. La quarta, quinta e sesta parte di Netočka non vennero mai scritte, in quanto l’aprile del 1849 segnò davvero la cesura fondamentale della creatività dostoevskiana: dopo, nulla sarebbe più stato lo stesso.

    Universale Economica / Classici: Netočka Nezvanova
  • 2019
  • 2017

    Il sognatore (mectatel, in russo, dal verbo mectat', che indica il fantasticare, la "rêverie") è un tipo letterario: "io sono un tipo", si definisce l'eroe stesso delle "Notti bianche"; e poco dopo aggiunge: "uno originale, un uomo molto buffo"... Nell'"Eterno marito" (1870) lo psicologismo di Dostoevskij si fonde al suo metodo del "realismo fantastico". Come nelle "Notti bianche", l'ambientazione porta i tratti della messa in scena teatrale. Non a caso le linee dell'intreccio... ripropongono e riflettono, nel rapporto conflittuale tra il marito ingannato e l'amante della moglie, situazioni, personaggi, sentimenti, emozioni riconducibili a numerose fonti e modelli del teatro europeo.

    Le notti bianche-L'eterno marito
  • 2013

    "Immaginate un uomo, accanto al quale sta stesa su un tavolo, la moglie suicida che qualche ora prima si è gettata dalla finestra. L'uomo è sgomento e ancora non gli è riuscito di raccogliere i propri pensieri... Ecco, parla da solo, si racconta la vicenda, la chiarisce da se stesso". Così Dostoevskij presenta al lettore il proprio racconto: 'fantastico' perché registra come sotto dettatura i pensieri che si svolgono nell'interiorità dell'uomo, ma anche estremamente 'reale' nella sua verità psicologica. Passando attraverso vari sentimenti spesso contraddittori, prima discolpandosi, quindi accusando, dandosi spiegazioni che si riveleranno fasulle, il protagonista giunge a poco a poco alla verità.

    Universale Economica Feltrinelli / Classici: La mite
  • 2013

    Le notti bianche è, insieme a Delitto e castigo, la più amata e la più letta delle opere di Dostoevskij. Protagonista è la figura del sognatore, nella cui esistenza, chiusa in un mondo di fantasticherie, irrompe per un breve attimo la giovane Nasten'ka. Simbolo del pulsare delle emozioni, Nasten'ka offrirà per la prima volta al sognatore scampoli di vita vera, finché una sua lettera, con l'annuncio delle proprie nozze, non lo "risveglierà" per riportarlo al suo destino di illusioni. Sullo sfondo di una Pietroburgo deserta e quasi magica, si inserisce l'intenso dialogo tra i due protagonisti, pure voci, la cui identità è l'oggetto stesso delle loro riflessioni e della loro autocoscienza.

    Le notti bianche
  • 2006
  • 1999

    ** Testo originale a fronte ** Il racconto più originale e inquietante del giovane Dostoevskij Scritta nel 1847 la novella si incentra sulla figura del giovane sognatore Ordynov, assillato dall’improbabile progetto di concepire un sistema nel quale fondere arte e scienza, poesia e filosofia, che vagabonda per la città irretito dalla dolce e misteriosa Katerina incontrata in una chiesa durante una funzione. La narrazione si sviluppa intorno al vano tentativo di Ordynov di salvare Katerina dal suo persecutore, tra colpi di scena e improvvisi mascheramenti, ma il legame che lega i due (terrore, ricatto, dipendenza fisica e psicologica, un assassinio antecedente) è indistruttibile e Ordynov decide di uscire di scena. La novella mostra tutta la maestria dostoevskiana nel descrivere i moti più profondi della psiche preda della follia e del dubbio, preannunciando molti toni e situazioni dei grandi romanzi successivi.

    La padrona